Jack Malik è un cantautore sconosciuto che viene investito da un autobus, nella stessa notte in cui tutto il pianeta è interessato da un misterioso e strano blackout. Al suo risveglio dal coma, con sua grande sorpresa e incredulità, scopre che nessuno ha mai sentito parlare dei Beatles e delle loro canzoni. E così il giovane, che ne conosce a memoria musica e parole, ne approfitta per spacciarle per sue e raggiungere la fama.
“Una grande chitarra esige una grande canzone”, dice Jack appena uscito dal coma, quando si appresta a suonare Yesterday, dei Beatles, di fronte ai suoi amici di sempre, che gli hanno appena regalato una nuova chitarra per festeggiare la sua guarigione. È da qui che inizia tutto, perché nessuno sembra aver mai sentito quel pezzo e si congratula con Jack per la bella canzone che ha composto. All’inizio il ragazzo pensa che sia tutto uno scherzo, ma quando cerca su internet il nome “Beatles”, gli compaiono solo immagini di scarafaggi (in inglese, appunto, “beatles”). Com’è possibile?
È questo lo spunto di partenza, tanto surreale quanto divertente, del film diretto da Danny Boyle (Trainspotting, The Millionaire) e sceneggiato da Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones), impreziosito da una colonna sonora senz’altro di livello perché costituita dalle principali canzoni del celebre gruppo inglese. Che cosa avremmo perso, nel mondo, se i Beatles non fossero mai esistiti? La premise è interessante e vincente, ma il film non sempre risulta coinvolgente e convincente come potrebbe.
Prima di tutto lascia irrisolta una questione che, da spettatori, è impossibile non porsi: perché alcuni gruppi musicali (non solo i Beatles, ma anche gli Oasis, per esempio) o marche (la Coca-Cola!), sono scomparse in seguito al blackout? Come è spiegabile ciò che è successo?
Al protagonista, inoltre, manca un po’ di appeal, così come alla storia sentimentale tra lui ed Ellie, la sua “manager”/migliore amica.
Le domande che il film pone, però, sono intriganti: è meglio essere se stessi, seppur incompresi o poco apprezzati, oppure fingere di essere qualcun altro o appropriarsi di ciò che non è frutto del nostro intelletto, pur di conquistare la notorietà che abbiamo sempre sognato? Essere ammirati per qualcosa di cui non dovremmo prenderci il merito, può darci lo stesso soddisfazione? Vale comunque la pena di fare conoscere al mondo delle canzoni tanto belle, se pur attraverso un imbroglio? È quello che si chiede Jack, che però ormai si è infilato in una catena di bugie più grandi di lui. Il film, inoltre, offre qualche spunto di riflessione anche sulla costruzione dell’immagine nel mondo dello spettacolo e sulla gestione del successo. La notorietà, per Jack, non arriva immediatamente e lui vacilla sulla propria autostima: “So che le canzoni sono valide, ma non interessano a nessuno, il problema sono io”. Ma poi la gavetta, Ed Sheeran (nei panni di se stesso!) che lo nota, i primi album prodotti, e i concerti… Jack ci prende gusto, ma l’immeritata fama finisce per allontanarlo dagli affetti più sinceri, come Ellie. E allora la domanda diventa un’altra: è il successo che fa la felicità o piuttosto è il contrario? Si può essere davvero felici e realizzati, fuggendo da se stessi e dalla verità? La verità può renderci davvero liberi e quindi più felici?
Yesterday rappresenta senz’altro una commedia piacevole con cui trascorrere un paio d’ore e offre spunti di riflessione decisamente interessanti, anche se la premessa risulta più convincente della realizzazione.
Scegliere un film 2020
Tag: 4 stelle, Commedia, Fantastico, Musicale, Sentimentale, What if