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Wolfs


TITOLO ORIGINALE: Wolfs
REGISTA: Jon Watts
SCENEGGIATORE: Jon Watts
PAESE: USA
ANNO: 2024
DURATA: 108'
ATTORI: George Clooney, Brad Pitt, Amy Ryan, Austin Abrams, Poorna Jagannathan, Zlatko Burić, Richard Kind e Frances McDormand
SCENE SENSIBILI: violenza diffusa, anche cruenta; turpiloquio
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Jack e Nick sono due risolutori, due esperti nel far sparire le tracce di un delitto. Una notte, per una singolare circostanza, vengono entrambi convocati sulla medesima scena del crimine: abituati a lavorare in rigorosa solitudine, nonché fieri della propria metodica perizia, si vedono tuttavia costretti alla collaborazione. Collaborazione che, imprevedibilmente, si protrae ben oltre la mera cancellazione del misfatto, obbligandoli ad un lungo e rischioso viaggio notturno. All’alba, nessuno dei due sarà come prima.

Un buddy movie classico… ma non troppo

Oltre ad essere una spiritosa dark comedy, Wolfs è anche una variante del cosiddetto buddy movie, in cui il gergale «buddy» indica un «compare», un compagno di squadra, un amico col quale vige una certa complicità. Senonché, Jack e Nick non vogliono saperne nulla di comporre un’alleanza, men che meno di intessere un’amicizia. La loro è una professione – un’esistenza – orgogliosamente consacrata all’isolamento: una vita da «lupi» («wolfs») solitari. Così solitari che perfino il titolo, intenzionalmente sgrammaticato (la corretta forma plurale di «wolf» sarebbe «wolves», sembra un singolare forzatamente dilatato in plurale: due unità irrelate chiamate a saldarsi in un duo.
Wolfs è dunque un buddy movie i cui «buddies» devono ancora nascere come tali. Il che li espone al pericolo: qualunque forma di amicizia non sembra avere cittadinanza in una vita a contatto col crimine. Per sopravvivere, occorre agire da mero erogatore di (illegali) servizi, la cui massima ambizione consentita è bearsi della propria maestria. E anche quando ad essere in gioco non sono vanto ed orgoglio, ma il severo codice d’onore che impone ai due l’ossequiosa osservanza del proprio incarico, non c’è ugualmente spazio per qualunque sintomo di premura, pietà o tenerezza, né per qualunque istinto di anteporre l’interesse altrui al proprio.

Lupi o fratelli?

Sotto l’apparente disimpegno e il registro grottesco, pulsa dunque un insospettabile nucleo emotivo, che la rinuncia a qualche sarcasmo e gag di troppo avrebbe forse reso più evidente. Wolfs vuole infatti domandarsi se il vero uomo, la persona realmente all’altezza delle sfide di questo mondo, sia il lupo o l’amico (l’amante). In altre parole, se la legge che sorregge la civiltà umana è homo homini lupus oppure la fratellanza. Fratellanza che può diventare la stoffa profonda di un onore fondato su qualcosa di più del mero rispetto di una competenza.
Purtroppo, però, gli interiori scatti di coscienza dei due protagonisti sono poco più che accennati, il che lascia l’impressione di un discorso sviluppato solo a metà. A rischiare di essere vanificato è soprattutto il suggestivo ed esplicito paragone – che qualche spettatore forse riconoscerà – con un altro celebre buddy movie: lo storico western Butch Cassidy (1969), vicenda di due banditi a loro volta destinati a diventare pesci fuor d’acqua in un mondo che non ha più posto per loro. Se Butch Cassidy può essere considerato, tra le altre cose, un canto d’addio all’amicizia virile, Wolfs sembra augurarsi che quell’amicizia venga ripristinata, riaprendo una porta che sembrava chiusa per sempre.

Un insieme inferiore alle singole parti

Ma di questa nostalgia, il film non tocca che la superficie. In più, molti troveranno alcune delle sorprese della trama fin troppo familiari, tipiche di numerosi thriller. In fin dei conti, Wolfs è un’alternanza di gemme nascoste e segmenti di poca pregnanza, di eventi imprevedibili e di altri al limite della scontatezza: un film il cui insieme è inferiore alla somma delle sue singole parti. Parti che, tuttavia, racchiudono la segreta speranza che un certo tipo di amicizia torni a far visita al nostro mondo.

Marco Maderna

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