Mr. Wolf, Mr. Snake, Mr. Shark, Mr. Piranha e Mrs. Tarantola sono i “Troppo Cattivi”, una banda di ladri super criminali sempre in fuga dalla legge. Finalmente catturati con le mani nel sacco, Mr. Wolf trova una scappatoia convincendo il buonissimo professor Rupert Marmellata che se sono cattivi è soltanto perché la società non ha mai dato loro una chance di essere altrimenti. Il professor Marmellata allora accetta la sfida: per il suo prossimo evento di gala, una raccolta fondi a sostegno dei bambini bisognosi, dovrà educare i Troppo Cattivi rendendoli buoni cittadini modello. Ovviamente i ladri stanno al gioco, ma non hanno abbandonato i loro piani criminali. Eppure, e se dovessero veramente diventare buoni?
Il mondo di Troppo Cattivi è “curioso” per non dire confuso. La logica non fa troppo da padrona, là dove esseri umani e animali coesistono; eppure ci sono sia animali antropomorfi che animali… animali. Ma quello che può lasciare un po’ più perplessi è il tema dell’essere “cattivi”, affrontato in maniera più allegorica che altro. I nostri eroi sono infatti “cattivi” in quanto essi sono quegli animali pericolosi che la gente tipicamente teme, a partire da Mr. Wolf, il Lupo Cattivo, per sua ammissione il protagonista di tutti i racconti di paura dei bambini. E certamente sono ladri inseguiti dalla legge; ma la cattiveria si ferma tutta qui. La banda dei Troppo Cattivi è una banda di teneroni, amici per la pelle, quasi una famiglia.
Più che a “non essere cattivi”, la storia sembra indirizzare a “cosa significhi voler bene”. È vero c’è l’affetto, ma questo sentimento può essere istintivo e incosciente. Voler bene invece, come dice la parola, richiede un gesto volontario, coscienzioso. Ambire a ciò che è bello e giusto, sacrificarsi per gli altri, essere onesti: sono queste le cose che la squadra, e Mr. Wolf in primis, dovranno imparare per raggiungere la loro redenzione.
Il punto forte del cartone è indubbiamente un’animazione ricca, creativa e dinamica. In una tecnica mista di 3D e 2D, il film si caratterizza soprattutto per la narrazione slapstick e la forte energia in scena, dalle sequenze di azione alla pantomima dei personaggi.
Il genere di riferimento è quello dell’heist, ovvero i racconti di rapine e truffe. Non a caso Mr. Wolf viene esplicitamente paragonato a Clooney, riferendosi al suo ruolo canonico nella trilogia Ocean’s. Anche la scena di apertura strizza evidentemente l’occhio al Tarantino di Pulp Fiction e de Le Iene. Ne viene dunque un film dinamico e che sa intrattenere. A tratti forse un po’ (tanto) telefonato, ma non per questo meno divertente e piacevole da vedere.
In conclusione, Troppo Cattivi rende forse più nella sua parte formale che in quella di contenuto. È in grado di toccare corde autentiche e far sorgere qualche domanda, ma la sua qualità risiede principalmente nella resa tecnica e nell’intrattenimento. Non per forza un difetto; dopotutto qualcuno diceva che (anche) la forma è contenuto.
Alberto Bordin
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