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Tre di troppo


TITOLO ORIGINALE: Tre di troppo
REGISTA: Fabio De Luigi
SCENEGGIATORE: Michele Abatantuono, Fabio De Luigi e Lara Prando
PAESE: Italia
ANNO: 20231
DURATA: 107'
ATTORI: Fabio De Luigi, Virginia Raffaele, Barbara Chichiarelli e Renato Marchetti
SCENE SENSIBILI: allusioni sessuali piuttosto esplicite, linguaggio a tratti scurrile, una scena cupa di tensione
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Marco e Giulia sono una coppia middle age, edonisti e felicemente senza figli. Un giorno vengono invitati a pranzo da Carlo e Anna, ansiosissimi amici che invece sono già in attesa del loro secondogenito. Tra incidenti, bugie e incomprensioni, la giornata finisce nella sala parto dell’ospedale, dove nasce il bambino. Per porre fine al delirio della sconclusionata famiglia degli amici e tranquillizzare la loro figlia maggiore, in preda ad una crisi di gelosia per il fratellino, Giulia e Marco si offrono di organizzarle il compleanno. L’intenzione è buona ma la coppia davvero non ha idea di come si gestiscano i bambini e anche la festa si trasforma in un incubo. Prima di andarsene, fuori di sé, Anna maledice i suoi amici: un giorno anche loro sapranno cosa si prova ad essere genitori. La mattina dopo Marco e Giulia si svegliano con tre bambini apparsi misteriosamente in casa loro. Sono Sofia, Simeone e Max, e dicono di essere i loro figli. La coppia accetterà la sfida?

Luoghi comuni?

Il secondo lungometraggio da regista di Fabio De Luigi è una commedia famigliare che si serve di un meccanismo narrativo classico – quello dello scambio di “ruoli” (in questo caso tra due coppie di amici) – per affrontare un tema importante e sempre attuale come quello dei figli.
La trama mette a confronto due visioni contrapposte, comicamente rappresentante (decisamente per eccesso) dai quattro personaggi al centro della storia, ovvero la coppia di spensierati protagonisti, contrari per principio all’idea della famiglia tradizionale e senza nessun interesse apparente per i bambini, e i loro due amici Carlo e Anna, che invece di figli ne hanno già un paio e per vari motivi ed imprevedibili congiunture innescano la storia.
All’inizio Giulia e Marco sembrano portatori del punto di vista più lucido ed obiettivo sulla questione – decisamente più equilibrati rispetto agli altri due che tra fissazioni maniacali e bugie insensate, hanno costruito una famiglia sull’orlo di una crisi di nervi – e per questo motivo c’è un momento nella prima metà del film, quando le due coppie si sono già scambiate “i panni”, in cui pare che la storia scivoli inesorabilmente verso un groviglio di luoghi comuni sull’avere figli e sulle supposte incompatibilità con ogni forma di divertimento o di attività (a cominciare dal lavoro). Nello sviluppo centrale però, gli autori sono stati capaci di smarcarsi dai vari cliché, costruendo una progressione coinvolgente e divertente – grazie anche ad una buona dose di comicità slapstick e alla bravura degli attori – che porta i due protagonisti (e il pubblico con loro) a scoprire e sperimentare anche la bellezza dell’avventura genitoriale, nonostante ogni pregiudizio iniziale.

Finale con sorpresa

Nell’ultimo atto, i due protagonisti si possono dire risolti rispetto al tema della storia e pacificati alla prospettiva di avere dei figli, ma solo dopo aver finalmente rinunciato all’idea che esista una formula o una strategia per diventare un padre e una madre perfetti. Con il ritorno alla situazione di partenza (forse prevedibile, perché atteso, ma non per questo meno efficace) e la tenerissima sorpresa finale, il film suggerisce infatti che essere genitori, come la vita in generale, è molto difficile perché non è una teoria da capire e imparare ma una sfida da vivere, ognuno a modo suo, basta essere disposti a cambiare accettando che si può anche sbagliare.

Gabriele Cheli

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