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Top Gun: Maverick


TITOLO ORIGINALE: Top Gun: Maverick
REGISTA: Joseph Kosinski
SCENEGGIATORE: Ehren Kruger, Christopher McQuarrie e Eric Warren Singer
PAESE: USA
ANNO: 2022
DURATA: 131'
ATTORI: Tom Cruise, Miles Teller, Jennifer Connelly, Glen Powell, Jon Hamm, Ed Harris e Val Kilmer
SCENE SENSIBILI: nessuna
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32 anni dopo gli eventi di Top Gun, il leggendario pilota Pete “Maverick” Mitchell è ancora capitano di Marina e non intende abbandonare la cabina di volo. Per ordine dell’ammiraglio e amico di vecchia data Tom “Iceman” Kazansky, Maverick viene incaricato di tornare a San Diego per addestrare una squadra di piloti scelti Top Gun. Dovrà prepararli in tre settimane a una missione suicida, più impegnativa di tutte le sue leggendarie bravate di pilota messe insieme. Più ancora che la riuscita della missione quello che Maverick teme è che i ragazzi non torneranno a casa. E tra loro c’è Bradley “Rooster” Bradshaw: figlio del compianto compagno di volo Goose…

I figli superano i padri

Top Gun: Maverick è un film riuscitissimo. Non è un gioiello di cinematografia e non rompe gli stilemi classici, ma svolge perfettamente il compito che si era prefissato: è un eccellente sequel al suo predecessore; e per molti aspetti è un film anche migliore.
Migliore perché Maverick tiene subito alta la posta in gioco. Oltre al fatto che questa volta la squadra non è composta solo di Top Gun scelti, la crème de la crème, in questo capitolo abbiamo fin da subito una missione, un conto alla rovescia e un obiettivo impossibile. Maverick ha molto più ritmo, thrilling, drama e divertimento del suo antecessore. Si contano sulle dita di una o due mani i sequel che hanno saputo battere chi li ha preceduti; così insieme a Terminator 2, Toy Story 2, L’impero colpisce ancora, Il cavaliere oscuro, Aliens e pochi altri, anche Maverick entra nell’Olimpo dei riusciti.

Il prezzo e il sapore del tempo

I revival fanno storcere il naso a molti scettici e per buone ragioni. I racconti devono essere vissuti in un “presente”, non intrappolati nel passato. Ed è per questo che Maverick è così potente: prende il suo passato e se lo carica in spalla per calarlo nel presente. A cominciare proprio dal rapporto ferito tra Maverick e Rooster. Non solo vediamo ora adulto quel bambino che nell’86 sedeva sopra il pianoforte cantando con suo padre, ma la brutale somiglianza fisica di Rooster e Goose mette alla prova tutto lo spirito del capitano interpretato da Tom Cruise, che non è disposto a veder morire, dopo l’amico pilota, anche il figlio.
Lo stesso Maverick è credibile nei suoi sessant’anni – che non dimostra affatto. Atletico e splendido come sempre, tuttavia quello che vediamo è un uomo vissuto, reso modesto dall’esperienza; e persino l’ammiraglio “Iceman” deve i fare i conti con la malattia e con il tempo.

“Preistoria” ed eroismo

Tutto il film a dire il vero è una corsa “contro” il tempo. Lo stesso Cruise è ad oggi l’ultimo retaggio di un tipo di cinema che non esiste più. Celebre per saper svolgere tutte le sue acrobazie senza controfigura, anche in Maverick l’attore pilota i suoi aerei dal vivo, consentendo al film il realismo da cardiopalma che lo caratterizza.
Il retroammiraglio Cain ammonisce Maverick che ormai il tempo dei piloti si è concluso ed è giunto il tempo dei droni: “la fine è inevitabile: è anche lei è destinato all’estinzione” gli dice; “forse – risponde Maverick – ma non oggi”.
Il punto – lo ripete incessantemente per tutto il film – “non è l’aereo, è il pilota”. Maverick è un film sull’umanità, sull’avere istinto, credere in qualcosa. È un film in cui i cellulari non sono ammessi ai bar e le esercitazioni sono condite con una partita a rugby in spiaggia. Mentre i nemici si nascondono in caschi neri senza volto, i nostri eroi invece si guardano in faccia, pronti a fiancheggiarsi, a dare la vita l’uno per l’altro. Perché i droni sapranno colpire il bersaglio, ma non sanno fare i “miracoli”; e non potranno mai essere eroi.

Alberto Bordin

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