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Thor: Love and Thunder


TITOLO ORIGINALE: Thor: Love and Thunder
REGISTA: Taika Waititi
SCENEGGIATORE: Taika Waititi e Jennifer Kaytin Robinson
PAESE: Australia
ANNO: 2022
DURATA: 119'
ATTORI: Chris Hemsworth, Christian Bale, Natalie Portman, Russel Crowe
SCENE SENSIBILI: scene di violenza nei limiti del genere
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Dopo aver salvato l’universo dalla minaccia di Thanos, Thor lascia i Vendicatori per ritrovare se stesso. Vaga pianeta per pianeta insieme ai Guardiani della Galassia per aiutarli a difendere i deboli dalle minacce interstellari: ha perso peso ma non ha ancora trovato un senso alla sua nuova vita.
Quando Gorr, il Macellatore di Dei, attacca la Nuova Asgard in cerca del Dio del Tuono, Thor torna sulla Terra per proteggere la sua città. Tuttavia, il Dio troverà qualcun altro già alle prese con le Ombre di Gorr: il suo vecchio amore Jane Foster, che brandisce il leggendario martello Mjolnir.

Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi

Questo vecchio adagio ormai in disuso ritorna alla mente guardando la prima metà di Thor: Love and Thunder. Taika Waititi è un eccellente sceneggiatore, prova ne è l’adattamento da Oscar di Jojo Rabbit. Ma il film tratto dal romanzo di Christine Leunens alternava dialoghi irresistibili a momenti di pathos straziante, regalando agli spettatori una favola dal realismo toccante.
Il nuovo Thor è invece una comica vera e propria, soprattutto per quanto riguarda il suo primo atto: è paragonabile a una puntata dei Griffin che dura circa cinquanta minuti. Il problema è che la strampalata famiglia dei cartoni animati nasce come parodia del ceto medio americano: il Thor dei fumetti – e dei primi film – è invece letteralmente un Dio, orgoglioso e inarrestabile.
Vero, in Avengers Endgame lo abbiamo visto depresso, ingrassato e con la consapevolezza del suo fallimento… ma alla fine del film lo abbiamo visto anche rialzarsi e imbracciare l’ascia Stormbreaker contro Thanos, lottando per il Bene e la salvezza dell’intero universo. Per questo motivo vederlo ripartire dalla sua versione irriverente e senza un senso prende in contropiede i fan della serie. Il regista ha affermato che era proprio quello il suo intento: avvicinare le nuove generazioni con un Thor diverso e più vicino ai loro gusti.
Ma una vecchia regola dello spettacolo, dai tempi in cui il cinema non era nemmeno stato inventato, è che non è sempre una buona idea dare al pubblico ciò che chiede. Lo dimostrano per ora gli incassi del film, che dopo dieci giorni dall’uscita hanno appena raggiunto il budget utilizzato per realizzarlo. Il Dio buontempone, insomma, forse attrae ma sicuramente non convince.

Cos’è un Dio… al giorno d’oggi?

E pensare che il film inizia con tutt’altro tono: l’antagonista Gorr si affida al suo dio affinché salvi la figlia dall’aridità del deserto in cui si trovano. Quando la figlia muore, finalmente il dio si palesa in un’oasi di acqua e frutti, per prendersi gioco di lui. È allora che Gorr viene scelto dalla Necrospada per continuare la sua missione: uccidere tutti gli dei e lasciare l’universo ad un caos più giusto.
Essendo questa storia l’incipit del film, la domanda su cosa sia un dio – e in ultima analisi, a cosa serva – dovrebbe esserne il tema. Ma come scritto sopra, la risposta a questa domanda ancestrale tarda ad arrivare: dopo una prima metà di film che si perde tra freddure, scene strappasorrisi e parodie, arriviamo quasi di colpo al cospetto di tutti gli Dei: c’è Zeus, c’è il dio giaguaro azteco Tepeyollotl, c’è pure un dio raviolo giapponese… e di nuovo pertanto gli autori sembrano scherzare con noi: di dei ce ne sono quanti ne vuoi, basta inventarseli.
Poi però, sul finale, è proprio il Dio del Tuono a risolvere la situazione, mostrando tutte le caratteristiche del Dio della Bibbia: il dio guerriero dell’Antico Testamento e quello salvifico del Nuovo, che domina il mondo con l’Amore. Il Male è sconfitto e quel che rimane è letteralmente Amore – Love, la figlia di Gorr, che torna in vita e combatterà al fianco di Thor.
Il film dunque proprio sul finale risponde alla domanda: cos’è un Dio? Dio è amore e forza, sacrificio e volontà… Love & Thunder.
Cose serie, insomma. Forse troppo per questo film.

Claudio F. Benedetti

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