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Thelma


TITOLO ORIGINALE: Thelma
REGISTA: Josh Margolin
SCENEGGIATORE: Josh Margolin
PAESE: USA
ANNO: 2024
DURATA: 97'
ATTORI: June Squibb, Fred Hechinger, Richard Roundtree e Parker Posey
SCENE SENSIBILI: una scena con linguaggio volgare
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Thelma è una vedova di novantatré anni con un debole per il suo unico nipote, Dann, che le insegna ad usare il computer e si preoccupa per la sua salute. Un giorno però la donna riceve una drammatica telefonata: sembra proprio la voce del nipote che le dice di essere stato arrestato per aver investito una donna incinta. La nonna, in preda all’ansia, si precipita tutta sola all’ufficio postale – come richiesto dall’avvocato che il presunto nipote le ha passato al telefono – per spedire diecimila dollari di cauzione ad un indirizzo che le è stato indicato. Soltanto più tardi, insieme alla figlia e a suo marito (cioè i genitori di Dann) si scopre che in realtà il ragazzo per tutto quel tempo è stato tranquillamente a casa, a dormire (per questo non rispondeva alle chiamate della madre). Basta fare due più due per capire che si è trattato della più classica delle truffe telefoniche. La pimpante vecchietta però non sembra intenzionata a darsi per vinta: rivuole i suoi soldi…

Per tre pugni di dollari…

Il film è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival del 2024 e rappresenta l’esordio alla regia per l’attore Josh Margolin, che racconta una simpatica ed avvincente storia famigliare, tra action e commedia. Al centro della vicenda, un’anziana signora con un piglio e una determinazione da fare invidia agli altri personaggi, ben più giovani, che nonostante i tentativi di dissuasione non riescono a sabotare il suo folle piano: dare la caccia ai truffatori e recuperare da sola il suo denaro.
In realtà non sembra esserci nessuna particolare motivazione per l’ardita impresa perché in effetti dei dieci mila dollari pare non fregare niente a nessuno: non alla sua famiglia, che cerca di tranquillizzarla in ogni modo (l’importante è la salute, le dicono), non a lei che di quei soldi non sembra avere un disperato bisogno né particolari progetti su come impiegarli (che so, una vacanza da tempo sognata o un bel regalo per il nipote…).
Fatto sta, vuoi per una simpatica forma di avarizia in tarda età, vuoi per il senso di ingiustizia per il torto subito, o più probabilmente per un tardivo e un po’ comico impulso vitalistico (le nonne di solito non vanno in giro a farsi giustizia da sole) la donna si cimenta in un viaggio che alla sua età pare un’odissea e la porta a bordo di uno scooter elettrico da una parte all’altra della città.

Mission possible

L’impresa, che di per sé non sarebbe niente di eccezionale, viene però raccontata con il linguaggio tipico dei migliori film d’azione, con una regia dinamica e un montaggio veloce che per contrasto raccontano le compassate movenze degli anziani protagonisti (sì, perché ad aiutare Thelma c’è un vecchio – manco a dirlo – amico, che le presta la sua nuova motoretta, rosso fiammante).
E in effetti il racconto ha un suo “pathos” perché a novantatré anni scavalcare un divano o rovistare in una scatola in cima ad un armadio (per rubare una pistola), diventano delle mission impossible mozzafiato, proprio come quelle di Tom Cruise che con le sue avventure cinematografiche ha ispirato l’arzilla vecchietta.

Una storia vera?

Il film inoltre fa ridere, teneramente, e anche se la trama è piuttosto essenziale (per lasciare spazio a certe dinamiche interpersonali come quella, centrale, con il nipote) c’è un’efficace progressione nel viaggio di questa eroina sui generis, infrangendo stereotipi e luoghi comuni legati all’età e al genere cinematografico, e alla fine il film decisamente funziona, anche strizzando l’occhio a qualche illustre precedente del filone “anziani on the road” (in effetti per argomento e trama ricorda un po’ Una storia vera di Lynch ma anche Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve).
In conclusione, al netto del giudizio morale sull’avidità della protagonista che alla sua età e con tutte le sue malattie, rischia la vita per un pugno di dollari (che non sono pochissimi, per carità, ma la salute è un’altra cosa), si potrebbe metaforicamente leggere il gesto della donna come una sorta di testimonianza, la sua eredità per quel nipote ventenne che le vuole così bene e a cui lei è così legata. Il giovane infatti, innamorato e tormentato, perché in ansia per il futuro ed in cerca del proprio posto nel mondo (come giustamente può succedere alla sua età) ha trovato un riferimento nell’adorabile ma esperta nonnina, che con la sua impresa sembra volergli regalare quelle certezze che gli mancano e che forse non riscontra nei suoi genitori.

Gabriele Cheli

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