La storia personale e familiare di Cecil Gaines, un maggiordomo che ha servito la Casa Bianca per ben 34 anni, si intreccia con l’avvicendarsi di otto presidenti, la parabola di Martin Luther King, la guerra in Vietman e tanto altro.
The Butler potrà non essere un gioiello nella storia del cinema ma, di questa stagione, è tra quelli che rapiscono il cuore per la delicatezza di sentimenti e la profondità con cui tratta argomenti difficili e spesso angoscianti. Il film di Lee Daniels ha un cast stellare e una sceneggiatura solida, anche se forse un po’ troppo prolissa, ma è stato inevitabilmente dimenticato in un anno che ha visto 12 Anni Schiavo trionfare agli Oscar e tra pubblico e critica.
The Butler potrà non avere la forza visiva e il lirismo dell’opera di McQueen ma ha forse qualcosa di più. La capacità di vedere oltre il dolore e la sofferenza; e di raccontare una storia universale attraverso la distanza generazionale del rapporto padre-figlio.
Cecil è un uomo che ha visto il padre morire nelle piantagioni quando era ancora bambino, è riuscito a scappare e a costruirsi un futuro nella città. Diventa un uomo rispettato dai bianchi (a modo loro) e ammirato dai neri. Eppure questo non basta al figlio maggiore Louis, che è nato nell’agio familiare e in un mondo in cui non si combatte più per la sopravvivenza, ma per il riconoscimento.
Due figure nel giusto che si scontrano pur volendosi bene, che si perdono e si riscoprono attraverso il dolore e l’errore reciproco. Sono vittime di un mondo che cambia troppo velocemente (per l’uno) o troppo lentamente (per l’altro). Non è questo un tema universale, che va al di là del movimento nero o delle piantagioni di zucchero?
Con una delicatezza non comune, Lee Daniels e il suo sceneggiatore raccontano le lotte del figlio in prigione, nei bar e con la polizia, in un film che non utilizza mai la violenza per puro shock emotivo ma la giustappone a immagini di rispetto e fortezza morale. Da brividi è la scena in cui Martin Luther King insegna ai suoi allievi come rispondere alla violenza.
La stessa dolcezza viene utilizzata nella storia di Cecil, nel suo rapporto con la moglie, con i vari presidenti e con i colleghi. È un film che eccelle nei momenti di silenzio. Emblematica la scena in cui Cecil e la moglie vengono invitati per la prima volta a una cena presidenziale; nel distacco degli sguardi degli invitati, Cecil capisce per la prima volta il dramma del figlio.
Un film che commuove e fa riflettere nella delicatezza e nel silenzio.
Scegliere un film 2014
Tag: 4 stelle, Drammatico