Adam Reed, 12 anni, è un bimbo dalla lingua lunga orfano di padre. La sua vita viene capovolta quando una notte un pilota dal futuro cerca rifugio in casa sua; con sua meraviglia Adam scoprirà che quell’uomo è lui, trent’anni più vecchio! Il pilota Adam sta cercando sua moglie Laura, in fuga dai sicari di Maya Sorian, l’inventrice dei viaggi nel tempo. Laura aveva infatti scoperto che Maya ha alterato il passato per diventare più ricca e potente. I due Adam dovranno collaborare e andare ancora più indietro, all’origine dell’invenzione dei viaggi temporali… quando loro padre era ancora vivo.
Forse qualcuno dei lettori avrà visto nel 2000 la commediola Faccia a Faccia con attore protagonista Bruce Willis: storia di un uomo adulto e incattivito dalla vita che si trova a dover convivere con se stesso bambino. The Adam Project segue lo stesso vibe, riempiendolo di fantascienza, sparatorie, combattimenti ed effetti speciali.
Piacevole però che in The Adam Project il giovane Adam è tanto protagonista – se non di più – quanto la sua controparte adulta. In cerca di una figura autorevole nella sua vita e di un significato per la morte improvvisa del padre, il giovane Adam vedrà nel vecchio Adam i segni che il rancore e la dimenticanza possono lasciare in un uomo, segni che saranno la sua chiamata alla coscienza e al cambiamento, specie nel rapporto con la madre vedova.
Il film racconta senza grande impegno i teneri drammi di una storia famigliare, il tema di diventare grandi, guardare al proprio passato e il rapporto difficile con i genitori. Netflix ha acquisito i diritti del progetto nel 2020 in piena pandemia… e produttivamente si sente. Quando anche il numero di figuranti è ridotto all’osso e i nemici vengono astutamente nascosti dentro tute e maschere tutte uguali per riciclarli in ogni scena possibile: è evidente che il film paga lo scotto di essere realizzato nel bel mezzo della quarantena globale. Un peccato, tirando le somme, perché nonostante l’accoppiata Shawn Levy e Ryan Reynolds che avevano appena concluso il simpatico Free Guy – Eroe per gioco, The Adam Project soffre di non avere il largo respiro che meritava.
Produzione o meno è anche la sceneggiatura che è altalenante: partendo con ottime premesse, si sviluppa in dinamiche a tratti banali, e conclude in modo piacevole ma non coinvolgente come si poteva sperare.
Rimane che The Adam Project è un’amabile avventura, divertente e con due attori efficaci, specie il sorprendente Walker Scobell nei panni del giovane Adam. Messe da parte le aspettative che si potevano avere e i gusti raffinati degli amanti del genere di fantascienza, non si può non dire che sia un film semplice e divertente, da poter guardare tutti insieme in famiglia.
Alberto Bordin
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