L’umanità del presente è minacciata da quella del futuro. È quello che scopre il Protagonista, agente ingaggiato dall’organizzazione segreta Tenet per salvare il genere umano dalla tecnologia entropica invertita, invenzione del futuro che permette di invertire il flusso temporale: proiettili, armi e soldati di una guerra iniziata anni avanti a noi si stanno attivando e annunciano l’arrivo di un vero e proprio Armageddon…
Quando Christopher Nolan ha iniziato a girare Tenet, non si immaginava certo che l’uscita del film avrebbe rappresentato un momento storico: è stato il primo kolossal uscito dopo la chiusura obbligata dei cinema a causa della pandemia e ha avuto il fondamentale ruolo di aprifila per gli altri titoli usciti nelle sale, in un periodo delicato in tutto il mondo durante il quale gli spettatori ancora non si fidavano di chiudersi nei cinema a stretto contatto con gli altri.
La risposta del botteghino è stata tutto sommato positiva, ma più del numero dei biglietti il successo di questo film è stato proprio quella di avvicinare nuovamente il pubblico al cinema, spingendolo a uscire di casa per ammirare uno spettacolo che la tv di casa non può garantire.
Al di là del ruolo sociale che questo film si è trovato ad avere, Tenet a prescindere dalla pandemia aveva già grandi ambizioni: un film dal budget consistente, tra cast ed effetti speciali, e di nuovo col solo Christopher Nolan a scriverne la sceneggiatura. Di solito il regista è affiancato dal fratello minore Jonathan, che tuttavia non era accreditato neanche nel penultimo film del fratellone, Dunkirk.
E in effetti, proprio come nel lungometraggio dedicato alla storica evacuazione della spiaggia francese, anche in Tenet l’azione regna sovrana. D’altronde è una delle cifre stilistiche di Nolan, che riesce sempre a tenere lo spettatore col fiato sospeso scena dopo scena, senza sosta e soprattutto senza noia. Ma se in Dunkirk lo sviluppo dei personaggi principali non ha sentito la mancanza della penna del fratello Jonathan, in Tenet ci si chiede spesso perché seguire le gesta del Protagonista, di cui nemmeno sappiamo il nome. Lo stesso vale per gli altri personaggi, con la sola eccezione di Kat, intrepretata da Elizabeth Debick, il cui dramma è l’unico a toccare il cuore di chi guarda.
Per il resto, niente da dire: un film spettacolare che davvero mostra la differenza tra la tv di casa e il cinema, a cui tanto ci siamo abituati nei mesi di lockdown. Le emozioni sono più di pancia che di cuore, come d’altronde accade con i plot twist cervellotici, ma Tenet rimane uno spettacolo visivo da non perdere.
Claudio F. Benedetti
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