Ornitologo disposto a tutto pur di salvare il suo mestiere, Christian è un padre separato che vive, da tempo, lontano dalla famiglia. E quando arriva il giovane figlio Thomas cosa accadrà alle loro vite?
Si chiama Christian Moullec, soprannominato Birdman, l’ornitologo che ha salvato la specie delle oche selvatiche nane, la cui preparazione e tecnica ha attirato registi e film come Il popolo migratore di Andres Perrin. Ed è lui, con la sua storia diventata poi libro, dal titolo Voler avec les oies sauvages, ad aver ispirato il film Sulle ali dell’avventura diretto da Nicolas Vanier, il regista francese conosciuto in Italia per la versione cinematografica di Belle & Sebastien.
Christian è uno scienziato geniale (lo interpreta l’attore comico Jean-Paul Rouve) che si ritrova improvvisamente senza i necessari finanziamenti per il suo progetto di salvaguardia delle oche selvatiche. Trovarli potrebbe essere impossibile, ma non per lui.
Per proseguire il suo lavoro non risparmia energie, iniziativa e creatività: è un uomo buono ma ha trascurato tutto ciò che non appartiene alla sua area di ricerca, a iniziare dalla sua famiglia. È separato dalla moglie, ha un figlio adolescente, Thomas (Louis Vazquez), che vive con con la madre (Mélanie Doutey) e con il suo compagno.
Un giorno nella villa isolata di Christian a Camargue, lontano dalla città, arriva il figlio adolescente per trascorrere un periodo di vacanze: ha poco più di quattordici anni, è annoiato dall’idea della costrizione alla solitudine in una casa dove non c’è il Wi-Fi, il telefonino non prende e non può impiegare il suo tempo libero con i videogiochi.
In più Thomas non conosce cosa significa prendersi cura delle oche selvatiche, non ha l’età per guidare un deltaplano ma quello che gli è più difficile gestire è la convivenza “forzata” con un padre che ha frequentato molto poco.
Christian, però, è talmente appassionato dal suo lavoro da comprendere invece che l’arrivo di Thomas è un’occasione importante per mettere a punto il giusto piano per la salvezza della migrazione delle oche e anche per salvare il suo legame con il figlio che non ha mai saputo come relazionarsi con la natura e con gli animali.
Questo piccolo film in realtà nasconde una grandissima tecnica e sapienza perché non è facile girare scene con volatili. Inoltre Sulle ali dell’avventura ha la capacità di essere un grande racconto popolare adatto, in particolare, ai più piccoli e da vedere insieme ai genitori. Lo ha sottolineato lo stesso Vanier quando ha affermato che voleva dirigere un racconto che fosse di finzione e non documentaristico. Il suo, infatti, doveva essere un lungometraggio capace di sviscerare due tematiche a lui care: la ricostruzione di una famiglia, dopo una crisi e una separazione coniugale, e il legame genitoriale tra padre e figlio. Inoltre il personaggio di Thomas assomiglia a quello di tanti ragazzi che apparentemente vogliono rimanere ancorati alle loro abitudini e alla loro pigrizia e invece imparano l’importanza di salvare chi non può essere salvato, mettendo a rischio la propria vita.
Certo forse il finale è quello che tutti si aspettano, ma finalmente il cinema riesce a raccontare una storia per la famiglia che diventa un un racconto morale, divertente anche se a volte un po’ prevedibile.
Scegliere un film 2020
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