Miles Morales è un adolescente di Brooklyn che lotta per superare le insicurezze della sua età. Una notte, durante una spedizione per dipingere un murales, viene punto da un ragno radioattivo. Da quel momento tutto inizia a cambiare. Incontra Spider-Man, che però viene ucciso sotto i suoi occhi dal supercattivo Kingpin, e così Miles inizia a pensare di esserne l’erede solo per scoprire che a New York si aggirano altre spider-persone giunte da universi paralleli… Insieme a loro dovrà fermare il folle piano di Kingpin e scoprire se ha dentro di sé il coraggio di un vero Spider-Man.
«Una persona che aiuta gli altri semplicemente perché sa che deve farlo e perché è la cosa giusta da fare, quello è senza dubbio un vero supereroe». Da questa citazione del defunto Stan Lee, un’epitome della filosofia del più grande creatore di fumetti, nasce anche il tema profondo di questa rivisitazione del personaggio di Spider-Man, che ha conquistato il pubblico e vinto un Oscar.
Non più soltanto «da grandi poteri derivano grandi responsabilità» (anche se ovviamente la massima viene citata), quanto una riflessione sulla possibilità di un eroismo contemporaneo che, non a caso, non si rivela affatto un’avventura solitaria, ma mette in campo i temi dell’amicizia e della famiglia.
Nei fumetti già da tempo Miles Morales (un adolescente di sangue “misto”, con mamma ispanica e papà di colore) è diventato il successore di Peter Parker. Un omaggio alla politica di inclusione in voga, si dirà, ma tutto sommato la capacità di riconoscere le questioni più incandescenti della contemporaneità e farne materia narrativa è sempre stato nel DNA della Marvel. Questa avventura cinematografica gli dà il suo sigillo definitivo, nello stesso tempo aprendo la possibilità di molte altre avventure in universi paralleli, ognuna con il suo particolare Spider-Man.
Qui ne conosciamo altri cinque: un Peter Parker alternativo, con pancetta, reso cinico dall’abbandono della sua Mary Jane, una Spider-Woman (Gwen Stacey, altra “fidanzata” dello Spider-Man originale) che ha ricevuto i suoi poteri ma ha perso il “suo” Peter Parker e non vuole più amici, uno Spider-Man in bianco e nero uscito dai racconti hard boiled, una ragazzina giapponese che viene dal futuro in compagnia di un robot animato e sembra un manga, e per finire uno spider-maialino che sembra uscito da un cartoon della Warner (anche qui la strizzatina d’occhio non manca).
Ognuno di loro si porta dietro un mondo, ma anche, in un certo senso, uno stile e un genere di narrazione (che il film sottolinea con stili di disegno e montaggio differenziati) e la storia gioca abilmente anche con questa dimensione narrativa multipla, senza perdere di vista il cuore profondo della vicenda che in definitiva è proprio Miles, con le sue insicurezze e il suo desiderio di trovare una sua strada. Miles, diversamente dal Peter Parker originale, ha una famiglia che gli vuole bene (mamma infermiera e papà poliziotto) e lo incoraggia, anche se, come capita a tutti gli adolescenti, non sempre capisce quali siano le sue esigenze. Buttato in una nuova scuola per ragazzi dotati, Miles vorrebbe diventare invisibile e riesce a confidarsi solo con lo zio, che incoraggia la sua passione da writer ma che ha anche lui i suoi segreti da nascondere.
Se la minaccia per il mondo in questa storia non è che una variante di molte altre viste in fumetti e cinecomic, il film non fa nulla per evitare gli echi, anzi li sfrutta abilmente per intessere un racconto di amicizia, elemento fondamentale per trovare la fiducia in se stessi e negli altri.
La buona notizia è che anche il nuovo millennio ha il suo Spider-Man (anzi, sembrerebbe averne parecchi) pronto a dondolare tra i grattacieli per salvare il mondo.
Scegliere un film 2019
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