L’impresario teatrale Buster Moon è un inguaribile sognatore. Nonostante la cospicua serie di insuccessi dei suoi spettacoli e nonostante sia sull’orlo del fallimento, cerca in tutti i modi di convincere l’amico miliardario Eddie a investire su di un nuovo progetto: una gara di canto. Quando, però, la sua anziana segretaria sbaglia, aumentando per eccesso la cifra del premio per il vincitore della gara, e i volantini si spargono per tutta la città, si presentano alle audizioni decisamente più aspiranti cantanti del previsto. E mentre i concorrenti rincorreranno il loro sogno, Buster dovrà trovare un modo perché lo show vada avanti senza intoppi…
La casa di produzione Illumination Entertainment torna, dopo Pets – Vita da animali, a puntare su di una storia ambientata in un mondo di animali antropomorfi. Il film s’incentra sulle dinamiche classiche raccontate nei talent-show canori di oggi: vediamo le audizioni, la scelta dei concorrenti, la preparazione delle coreografie e le prove per lo show. Anche i personaggi rientrano in archetipi ben definiti e riconoscibili. C’è Johnny, che il padre vorrebbe entrasse a pieno titolo nella sua banda di rapinatori; c’è Meena, che ha una voce splendida ma è terrorizzata all’idea di cantare in pubblico, e come loro tanti altri personaggi, ognuno con la propria piccola o grande paura da superare. Manca, purtroppo, un antagonista all’altezza. Il personaggio di Mike, un cantante e musicista jazz che parrebbe assumersi questo ruolo, è in realtà poco utilizzato e relegato a uno stereotipo che lo inquadra come una sorta di “mafioso” Frank Sinatra.
Se, in parte, il tema affrontato dalla storia si ricollega alle classiche dinamiche da “sogno americano” – l’unico modo per realizzare un sogno è lavorare sodo finché non si ottengono risultati – uno scarto interessante emerge quando Buster realizza che le difficoltà si affrontano insieme. Quando tutto va a rotoli e le voci di chi gli diceva “non si può fare” e “fallito” sembrano aver finalmente ragione, è solo grazie alle persone che lo circondano che il protagonista risale la china. Lo stesso, in modo diverso, accade per Johnny, Meena e gli altri concorrenti: ciascuno compie il passo necessario per superare le proprie insicurezze grazie all’amicizia instaurata con gli altri, mentre chi è avido ed è abituato a farsi strada calpestando il prossimo fa una brutta fine. Nonostante gli sviluppi narrativi non siano particolarmente originali e i personaggi siano tratteggiati molto semplicemente, risulta facile affezionarsi alla loro storia e “tifare” affinché ciascuno impari a credere in se stesso.
Arricchendolo con una serie di gag efficaci e soprattutto con le cover di brani musicali che regalano al pubblico momenti di puro entertainment, gli autori di Sing hanno creato un film d’animazione magari non emozionante ma piacevole, e che si prende l’impegno (sempre encomiabile) di spingere il proprio pubblico a prendere sul serio le proprie passioni.
Rachele Mocchetti
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