Fahim vive in Bangladesh, ha 12 anni ed è bravissimo a scacchi. Quando il clan rivale della sua famiglia tenta di rapirlo, il padre di Fahim decide di fuggire con lui cercando rifugio in Francia. Nonostante l’accoglienza non sia delle migliori, sarà proprio il grande talento di Fahim a dare realmente alla sua famiglia la possibilità di ricominciare.
Tratto da una storia vera, il film racconta in modo realistico ma non eccessivamente drammatico le difficoltà del giovane Fahim Mohammed – e di suo padre Nura – nel disperato tentativo di migrare in Francia e nell’altrettanto disperato tentativo di entrare a far parte di una società che non sembra pronta o disposta ad accettarli.
Il giovane Fahim è un bambino molto sveglio: riesce ad imparare in fretta il francese, a differenza del padre che fatica ad inserirsi e ad adattarsi. Ma soprattutto Fahim è bravissimo nel gioco degli scacchi: sarà questa la sua occasione di rivincita. Ad aiutarlo, nella figura di mentore burbero ma con un cuore grande, arriva Xavier Parmentier, interpretato da Gerard Depardieu. Il rapporto tra i due, dopo un iniziale fase di conflitto, si snoda in un susseguirsi di fatti che abbassano le difese di entrambi, fino a farli diventare un maestro e un allievo atipici ma complementari.
Il film ha un buon ritmo, pur senza calcare la mano sui toni drammatici come avrebbe potuto. Una scelta che rende il film adatto a tutta la famiglia, ma che allo stesso tempo smorza l’intensità emotiva che si poteva ottenere da una storia così profonda e, in fondo, universale. Una storia di integrazione e di amore, dove il gioco degli scacchi funge da perfetta metafora di una battaglia alla pari e rispettosa.
Se da una parte la regia rischia a tratti di risultare anonima, la recitazione regala invece ottime interpretazioni. A partire dal giovane Ahmed Assad (Fahim) fino al grande Gerard Depardieu (Xavier), come anche Nura, il padre del ragazzo, interpretato da Miznaur Rahaman. La sua è una figura pacata ma solida, che nonostante tutte le difficoltà e il senso di colpa per aver abbandonato il resto della propria famiglia in Bangladesh, rimane un punto fermo per il figlio, e riesce a dargli la stabilità affettiva necessaria per intraprendere un percorso rischioso ma che si rivelerà vincente.
Scegliere un film 2020
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