Il paesino di Acitrullo, in provincia di Campobasso, è ormai ridotto ad avere sedici abitanti, quasi tutti anziani, tranne il sindaco Piero Peluria (interpretato da Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda) e il fratello Marino. Quando la contessa Ugalda Martirio In Cazzati (sic…) muore improvvisamente a causa di un cibo ingerito, il sindaco e il fratello pensano di utilizzare l’occasione per inscenare un omicidio e richiamare l’attenzione dei media sulla cittadina, dandole così notorietà, vitalità e business. Si precipita sul luogo del delitto anche Donatella Spruzzone (Sabrina Ferilli), la cinica conduttrice della trasmissione “Chi l’Acciso”, e con essa i poliziotti e una folla di giornalisti e curiosi. Ma ovviamente le cose, in questi casi, non vanno mai come previsto…
Il secondo film scritto (pur con diversi altri autori) e diretto da Maccio Capatonda è una commedia con qualche spunto simpatico, ma che non prende mai il volo. Le gag sono tendenzialmente “telefonate”, non ci sono situazioni con crescendo comico, e la satira sulla tv che cinicamente utilizza qualsiasi delitto ai fini di audience è un po’ come sparare sulla Croce Rossa… anche qui niente di sorprendente, niente di nuovo.
A proposito di sorprese, non è stata positiva quella che ha riguardato i produttori, che hanno visto deluse le speranze di bissare il buon incasso di Italiano medio: i ricavi si sono fermati sotto il milione, anche se questo film godeva di un cast di maggior peso, vista la presenza di Sabrina Ferilli, di un’attrice emergente come Roberta Mattei e di diversi caratteristi di lungo corso, compreso un cameo di Nino Frassica.
Ma il pubblico non ha risposto, probabilmente deluso dalla evidente mancanza di ritmo e da un insieme stilistico che si avvicina un po’ troppo a certi sketch di Cinico Tv. A nulla serve un finale con qualche piccola emozione in più e qualche rovesciamento che è solo di superficie.
Armando Fumagalli
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