Mr. Peabody è un cane parlante fuori dall’ordinario e inventore di una macchina del tempo, che si ritrova ad allevare un orfanello umano, Sherman. Padre e figlio condividono in segreto straordinarie avventure, ma ciò non impedisce a una compagna di classe, Penny, di prendere malamente in giro Sherman per l’inusuale genitore. La lite si fa così accesa che Sherman finisce in presidenza e Mr. Peabody decide di organizzare una cena riparatrice con Penny e la sua famiglia. Ma quando il figlio mostra la macchina del tempo a Penny e la piccola si perde tra le piramidi dell’antico Egitto, Mr. Peabody non ha altra scelta che avventurarsi con Sherman nel passato e cercare di riportare tutti sani e salvi a casa.
Mr. Peabody & Sherman è una simpatica storia per bambini che come adulti avremmo apprezzato di più se, limitandoci a questa stagione, film come Frozen e The Lego Movie non ci avessero abituati a standard narrativi più alti. Tecnicamente il film è un racconto quasi episodico, dove gag umoristiche e periodi storici si susseguono senza mai intrecciarsi veramente. Mr. Peabody, Sherman e Penny si perdono ripetutamente nello spazio e sono costretti a fermarsi prima in un’Italia rinascimentale e successivamente a Troia. Ogni fermata è un’interessante mini lezione di storia per bambini, ma si allaccia goffamente al cuore della storia, cioè al rapporto padre-figlio.
Non è mai chiaro, infatti, quale sfida interiore i due protagonisti debbano affrontare. All’inizio del film, Mr. Peabody è un genitore presente e affettuoso, a tratti ansioso, ma mai eccessivo. In maniera del tutto simile, Sherman è il bambino giudizioso e amorevole, che ogni papà sarebbe orgoglioso di avere. Il problema è chiaro: nessuno dei due ha molto da imparare.
Il film sembra rendersi conto dell’errore e, cinquanta minuti dopo l’inizio, decide di creare un problema fino ad allora mai esistito. Mr. Peabody diventa così spaventato di perdere Sherman da non concedergli la possibilità di sbagliare e imparare; una paura che il figlio scambia per mancanza di fiducia. Una scelta interessante, ma che l’autore avrebbe dovuto sviluppare sin dall’inizio.
Il secondo tema, ben più presente, è il pregiudizio verso il diverso e una forse non tanto velata critica all’idea di “famiglia normale”. Sherman è preso in giro perché allevato da un cane. Il discorso finale sull’importanza dell’amore di un genitore, che prescinde dal tipo di famiglia che ognuno ha, fa pensare a un discorso pro adozione omosessuale. Chissà…
Al di là di una possibile agenda e di una sceneggiatura goffa, il film sembra più un cartone televisivo che un’opera cinematografica, nel suo stile semplice e poco ambizioso.
Insomma, divertente? Certo, ma per bambini che non superano i dieci anni. E nel caso in cui doveste decidere tra The Lego Movie e Mr. Peabody, molto meglio il primo. La qualità va premiata e dalla DreamWorks, che ha prodotto il film e che ha nella sua galleria ben altri titoli, ci aspettiamo di meglio.
Scegliere un film 2014
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