La vita e la carriera di Taylor Swift.
Taylor Swift è giovane, bella, ha successo. Le sue canzoni hanno conquistato il pubblico, i suoi fan giovanissimi la adorano, i suoi colleghi un po’ meno. Il suo sound è country, leggero, sentimentale, vagamente pop. Ha iniziato a suonare da quando era bambina, a comporre testi e musica. A 17 anni il primo grande successo: nel 2006 la casa discografica Big Machine Records investe su di lei e pubblica il suo album. Bastano pochi giorni e la scommessa della Big Machine è vinta: Taylor Swift rimane all’interno della classifica statunitense per ben 275 settimane, con 5 milioni di dischi venduti.
La giovane cantate abbandona gli studi scolastici e continua a scrivere e a cantare. Trascorrono i mesi e conquista sempre più pubblico con i suoi concerti.
Arrivano i venti anni, l’età della spensieratezza, e Taylor Swift è già una donna. Agli MTV Video Music Awards vince un premio come miglior video singolo. Sale sul palco, il pubblico la acclama. Lei è felice. Bastano pochi minuti però e quella celebrazione si trasforma presto in un inferno. Sul palco sale il rapper Kanye West (marito di Kim Kardashian) e la offende dicendo che il video di Beyoncé è più bello di quello della Swift. Il pubblico fischia West, ma la cantante americana del Tennessee comprende, sbagliando, che quei fischi sono diretti a lei.
Ma non sarà la sua unica sconfitta. Il mondo del web, celebrato e celebrante, costruttore di veloci successi e rapidi fallimenti, si scaglierà poco dopo contro la giovane cantante.
Taylor pensa di diventare sempre più forte, ma c’è qualcosa dentro di lei che si incrina.
Miss Americana è un documentario da vedere. Qualsiasi siano i personali gusti musicali questo film diretto da Lana Wilson è schietto, mai ovvio e insignificante. Schietto perché Miss Americana non è un lavoro filmico promozionale come (e il paragone viene spontaneo) il documentario italiano Unposted sulla vita della influencer Chiara Ferragni. Il film non affida ai sostenitori, ai produttori, ai familiari di Taylor Swift la comprensione del suo successo, del suo talento e della sua forza. Anzi.
E poi Miss Americana non è ovvio e insignificante perché lei, una delle cantanti più giovani e ricche americane contemporanee, si sa svelare senza pudore. Con o senza trucco Taylor Swift piange e non si preoccupa di “piangere in modo carino” come afferma Chiara Ferragni in vista delle riprese del suo matrimonio.
Taylor Swift si innervosisce quando non le arrivano le nomination ai Grammy, tira fuori la sua fragilità quando viene accusata di essere bugiarda. E soprattutto non ha paura di svelare, attraverso la voice over, che a un certo punto della sua esistenza le manca qualcosa di essenziale. Scopre quello che tutti prima o poi scoprono nella vita, quando ci si rende conto di essere una persona che ha successo, fama e non è sé stessa, ma è esattamente quella che gli altri vorrebbero che fosse.
La carriera le ha nascosto il desiderio di avere alcuna persona al suo fianco. Le ha permesso di amare, sì, la sua famiglia, ma la costringe ad avere nella sua vita solo un calendario fitto, scandito in cui lo spazio personale è inesistente e i legami sono solo funzionali alla sua carriera.
E poi Taylor sa che la sua dipendenza, quella di essere perfetta fisicamente, è una malattia. Si chiama anoressia e lei però non riesce a lottare come vorrebbe.
Miss Americana è un documentario da vedere in famiglia, perché il sogno, quello di fare qualcosa di bello e di essere riconosciuti, è un sogno che appartiene a tutti. Specialmente a chi, adolescente, si affaccia nel mondo e vorrebbe capire sé stesso e la società che lo circonda.
Scegliere un film 2020
Tag: 3 stelle, Documentario, Musicale, Netflix