Valeria e Nicola sono sposati da tanti anni, hanno tre figli, due ottimi lavori e sono d’accordo su tutto… anche sulla decisione di divorziare. Finché un giorno l’“intesa” si rompe: nessuno dei due è intenzionato a rinunciare a una possibilità di carriera all’estero e pertanto non vuole l’affidamento dei figli. L’unico modo perché questi siano affidati all’altro coniuge, è fare di tutto per rendere loro la vita impossibile, in una guerra famigliare senza esclusione di colpi.
Il film, diretto da Riccardo Milani, è il remake del francese Papa ou maman? di Martin Bourbolon, del 2015, di cui vengono riprese molto fedelmente alcune soluzioni, sia visive che contenutistiche.
Protagonisti della versione italiana sono Paola Cortellesi (Valeria), che firma anche la sceneggiatura, e Antonio Albanese (Nicola). Valeria è ingegnere, mentre Nicola è medico ginecologo. Sono una famiglia benestante, con due ottimi stipendi e una casa molto grande, ma con qualche problema relazionale: Valeria e Nicola non si amano più e vivono da separati in casa (condividono ancora il letto matrimoniale, ma tra loro sono posizionati dei cuscini per evitare ogni contatto), mentre i loro tre figli, adolescenti, sono viziati e ingestibili. Nicola è concentrato sulla propria carriera e sta finalmente pianificando di andare per un periodo in Mali, in una ong. Valeria invece ha qualche difficoltà (apparente) a farsi apprezzare dal suo nuovo responsabile e riesce a imporre poca disciplina ai figli. Inaspettatamente, però, anche Valeria riceve una proposta lavorativa allettante: andare a occuparsi personalmente di un cantiere, come capo-ingegnere, in Svezia. A questo punto è chiaro che i due non riescano a mettersi d’accordo sull’affidamento dei figli. Il giudice stabilisce allora che saranno proprio i ragazzi a scegliere, in autonomia, con chi vivere. Ecco allora che, pur di sabotare i piani del coniuge, sia Valeria sia Nicola faranno di tutto affinché i figli scelgano di vivere con l’altro genitore. Si verifica così un vero e proprio ribaltamento delle parti: mentre prima i figli sembravano indisciplinati e ingestibili, d’un tratto diventano le vittime dei loro genitori, veri e propri “carnefici” che non esitano a umiliarli o metterli in imbarazzo, pur di raggiungere i propri scopi.
Mamma o papà ha avuto dei buoni incassi ma, nonostante la bravura e la comicità dei due attori protagonisti, il film strappa ben poche risate, lasciando l’amaro in bocca. Gli stratagemmi attraverso cui i due coniugi cercano di “sbarazzarsi” dei figli non solo sono estremamente infantili, ma a tratti crudeli. Valeria, per esempio, segue la figlia a una festa, si ubriaca e si mette a flirtare con un ragazzino; Nicola umilia il figlio più piccolo, campione di scacchi, rendendosi ridicolo durante una gara ufficiale e porta la figlia in un locale di lap-dance, perché è grande abbastanza da conoscere finalmente “gli hobby” (inventati ad hoc) del papà. Insomma, una commedia nera e grottesca, che spreca il proprio potenziale comico in gag sempre uguali che si ripetono all’infinito, in un crescendo di follia e insensatezza. Valeria e Nicola dimostrano di sapersi comportare peggio dei propri figli, in modo egoistico e irresponsabile, come dimostra anche il finale a sorpresa.
Eleonora Fornasari
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