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Le Assaggiatrici


TITOLO ORIGINALE: Le Assaggiatrici
REGISTA: Silvio Soldini
SCENEGGIATORE: Doriana Leondeff, Silvio Soldini, Lucio Ricca, Cristina Comencini, Giulia Calenda e Ilaria Macchia
PAESE: Italia, Belgio, Svizzera
ANNO: 2025
DURATA: 100'
ATTORI: Elisa Schlott, Max Riemelt, Alma Hasun ed Emma Falck
SCENE SENSIBILI: scene di sesso, scene di tensione
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Autunno 1943. Rosa Sauer vive insieme ai suoceri in un piccolo villaggio della Prussia Orientale (oggi Polonia), aspettando il ritorno del marito dal fronte russo. Un giorno viene prelevata senza preavviso da alcune SS per svolgere un importante incarico: assaggiare le pietanze destinate ad Adolf Hitler, nel suo quartier generale, per scongiurare possibili avvelenamenti. Insieme a lei altre sei donne, tutte giovani, sane e soprattutto, tedesche. Passano i giorni e tra un pasto e l’altro, con la paura ogni volta che uno di quei prelibati bocconi possa rivelarsi fatale, la ragazza trova lo slancio per stringere amicizia con le altre (in particolare con l’enigmatica Elfriede) e anche per legarsi sentimentalmente ad uno dei “carcerieri”, l’ultimo arrivato, il comandante Ziegler…

 

Bocconi pericolosi

Le assaggiatrici è tratto dall’omonimo romanzo di Rosella Postorino (che ha vinto il Premio Campiello nel 2018) ispirato alla storia vera di Margot Wölk, una signora tedesca che nel 2012, pochi anni prima di passare a miglior vita, ha rivelato per la prima volta al mondo l’esistenza delle assaggiatrici di Hitler, di cui lei aveva fatto parte, l’unica sopravvissuta ai fatti narrati.

La vicenda narrata ha davvero dello straordinario e c’è indubbia originalità nel punto di vista completamente femminile sulla vicenda, oltre che nella vena un po’ intimista del racconto che, con un’operazione vagamente analoga al recente La zona d’interesse, scende nella dimensione personale e anche sentimentale dei protagonisti, rimanendo ad una certa distanza dai giochi di potere, dagli echi della guerra e dei campi di concentramento, per focalizzarsi sui risvolti più umani e quotidiani delle persone che hanno vissuto quegli eventi (della serie, anche alcuni nazisti avevano una coscienza).

Rimane comunque immutata la descrizione della cieca devozione al Führer e alla causa del Terzo Reich, ma viene qui frammentata la solita immagine di granitica unità sia tra i soldati che nella popolazione civile, non solo mettendo al centro della storia lo spauracchio ipotetico (fino ad un certo punto) di qualche dissidente di alto rango tra le file delle SS, ma anche mostrandoci i dubbi della protagonista (oltre che della sua famiglia e persino dell’ufficiale-amante) seppur anche lei più o meno volontariamente, per paura ma anche per convenienza, scenda poi a patti con il potere vigente, di fatto svilendo se stessa e la propria dignità a più riprese.

 

La minaccia fantasma

Non è un caso quindi l’inserimento, in una delle principali svolte del plot, dell’attentato dinamitardo nel quale Hitler è rimasto miracolosamente illeso (l’episodio al centro anche di Operazione Valchiria, con Tom Cruise) per svelare e rendere finalmente reale e tangibile la minaccia interna e, di conseguenza, alzare la posta in gioco e la percezione del pericolo di avvelenamento anche per le assaggiatrici. Fino a quel momento infatti la tensione in tal senso sembra quasi marginale, come non necessaria né giustificata dalla storia (ad un certo punto addirittura si comincia a pensare che la loro presenza sia solo una futile precauzione…) ed è più costruita ad arte dalla regia statica ma curata nella scelta delle inquadrature che raccontano ambienti angusti ed asfissianti, e dai tempi abbastanza dilatati del montaggio e dei dialoghi, che sottolineano la gravità della situazione.

A parte questi aspetti stilistici, rimane il fatto che il prestigio dell’incarico non ridimensiona l’ingiustizia di cui queste donne sono vittime e il pericolo a cui sono esposte, innescando così più o meno direttamente una riflessione sulla condizione della donna-oggetto, tema sempre di grande attualità. Nello specifico, il film racconta il percorso di trasformazione della protagonista che passa dall’opportunismo di chi, seppur vittima, segue la logica naturale del più forte, per arrivare all’umanità che culmina con il sacrificio di sé per amore/amicizia, accettando di mettere in pericolo la propria vita per qualcun altro.

 

Gabriele Cheli

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