Sophie e Agatha sono amiche inseparabili, sebbene non potrebbero essere più diverse. L’una è romantica e sognatrice, desidera spiccare il volo e andare via da Gavaldon, il piccolo villaggio in cui vive. Agatha, al contrario, è pragmatica e introversa, ha un aspetto cupo, una capigliatura riccia e folta e tutti l’additano come la strega del paese. In una notte di luna piena le due ragazze vengono rapite da una forza sconosciuta e trasportate in un posto magico e misterioso: l’accademia del bene e del male. Si tratta di una scuola dove vengono formati gli eroi e i cattivi delle fiabe. Agatha è spaventata, non prevede nulla di buono e vorrebbe solo tornare a casa, con la sua amica.
Sophie, invece, è eccitata all’idea di ciò che l’aspetta: ha sempre sentito di essere chiamata a cambiare il mondo ed è certa che questa sia la sua occasione. Ma una volta arrivate in accademia le ragazze vengono separate e, come se non bastasse, Sophie è assegnata ai cattivi e Agatha finisce nella scuola dei buoni. Per le due amiche l’avventura è appena cominciata…
L’accademia del bene e del male è un film che parla innanzitutto di amicizia, ma anche di altri valori positivi come la capacità di saper andare oltre l’apparenza, il coraggio di essere se stessi e di cambiare le regole, se queste sono sbagliate. Agatha e Sophie non accettano di essere predestinate a vivere una storia verso cui non si sentono chiamate e fanno di tutto per cambiare il corso degli eventi: Sophie vuole frequentare la scuola del bene e diventare una principessa. Agatha, la ragazza con i piedi per terra, sa di non essere in un posto sicuro e farà di tutto per lasciare l’accademia e portare via anche la sua migliore amica. L’arrivo delle due lettrici (così vengono chiamate le due ragazze all’interno della scuola) nel magico e misterioso mondo dell’accademia, crea scompiglio e smaschera l’ipocrisia che c’è dietro alla mentalità che lo governa: nella scuola dei buoni, per esempio, bisogna essere sempre all’altezza delle aspettative. Le ragazze vanno a lezione di sorriso, i ragazzi devono imparare a essere valorosi e impavidi e se si fallisce per tre volte, si è fuori senza appello, brutalmente trasformati in altre forme di vita… Attraverso esempi di questo tipo, il film vuole invitare a riflettere sul fatto che nella vita non possono esistere gli opposti netti, il bianco e il nero, il buono e il cattivo e che l’apparenza può ingannare, così come il pregiudizio. “Non sei cattiva, sei umana”, dice Agatha all’amica Sophie che si sente in colpa per avere ceduto alle tentazioni del male.
È bella anche l’idea di una immaginaria scuola di formazione per gli eroi e i villain delle fiabe: tra i banchi dei cattivi, per esempio, c’è il figlio di Capitan Uncino, che ha ancora una faccia pulita e uno scarso talento da vero cattivo; tra i buoni, invece, c’è Gregor, il figlio del Principe Azzurro, impacciato e maldestro, non sembra essere il degno erede del suo predecessore. E poi c’è Tedros, il figlio di re Artù, in cerca del vero amore.
E se non c’è fiaba che si rispetti senza un principe che arriva a salvare la sua principessa, qui succede il contrario: la principessa si salva da sola, anzi, a salvarla è la sua migliore amica. In questo ribaltamento è evidente l’intento di raccontare una favola moderna, dove le principesse possono fare a meno del principe azzurro. Quando a Sophie, infatti, viene rivelato che per poter cambiare scuola e arrivare finalmente tra i buoni deve incontrare il vero amore, suggellato da un bacio, come nella più classica delle fiabe, tutta la trama si svolge in questa direzione. Anche Agatha farà di tutto per aiutare l’amica a conquistare il cuore di Tedros (che, come sarà confermato nel corso della storia, ha un debole più per lei che per Sophie). Ma accade che nel momento di massimo pericolo per Sophie, il male viene definitivamente sconfitto proprio grazie all’intraprendenza di Agatha, che riesce a colpirlo con la spada di Tedros. Il bacio che salverà Sophie non sarà quello che ci potevamo aspettare…
Basato sull’omonimo best seller dello scrittore Soman Chainani, l’accademia del bene e del male è una saga fantasy che mescola l’elemento della magia (cui già Harry Potter ci ha abituati) agli elementi classici della fiaba. Tutta la storia si sviluppa in sei libri e, infatti, in questa prima trasposizione cinematografica il finale lascia chiaramente aperta la porta a un seguito: le due ragazze tornano a Gavaldon, ma una freccia si scaglia contro la quercia magica che segna il passaggio tra i due mondi. Fuori campo, la voce di Tedros avverte: “Io ho bisogno di te, Agatha”…
L’accademia del bene e del male non è un capolavoro, non spicca per originalità, ma tutto sommato non è un brutto film e riesce a offrire spunti di riflessione positivi. Peccato per il finale, che risulta un po’ forzato, ma chissà che non si riesca a fare di meglio in un eventuale sequel.
Francesca Di Maio
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