SCEGLIERE UN FILM

La signora dello zoo di Varsavia


TITOLO ORIGINALE: The Zookeeper’s wife
REGISTA: Niki Caro
SCENEGGIATORE: Angela Workman
PAESE: Usa
ANNO: 2017
DURATA: 127'
ATTORI: Jessica Chastain, Daniel Brühl, Johan Heldenbergh, Tomothy Radford, Efrat Dor.
SCENE SENSIBILI: accenni di violenza nei limiti del genere.
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Varsavia, 1939. Antonina e Jan Żabiński vivono con il figlio piccolo nello zoo della città, prendendosene cura per conto del proprietario Lutz Heck, zoologo di grande fama. La loro vita, come quella dell’intera popolazione polacca, viene improvvisamente sconvolta dall’invasione delle truppe naziste. Il paese è ormai in guerra e lo zoo rischia la chiusura totale, ma i due coniugi riescono ad ottenere il permesso di trasformarlo in un allevamento di maiali per l’approvvigionamento dell’esercito del Reich. Mentre Lutz sembra aver sposato in tutto e per tutto la causa nazista, alcuni tra i più cari amici di Antonina e Jan vengono rinchiusi nel ghetto ebraico. I coniugi decidono ben presto che non possono restare a guardare e sfruttano le gabbie ormai vuote degli animali per nascondere e poi far scappare da Varsavia quanti più ebrei possibile, rischiando quello che hanno di più caro.

Il salvataggio di 300 ebrei nella Varsavia del nazismo

Tratto dal libro di Diane Ackerman Gli ebrei dello zoo di Varsavia, il film racconta la storia vera di una coppia polacca che salvando la vita di circa 300 ebrei è stata insignita negli anni ‘60 del titolo di Giusti tra le Nazioni. Alla regia c’è la neozelandese Niki Caro, che ha già raccontato con grande delicatezza storie con interessanti protagoniste femminili come La ragazza delle balene (2002) e North Country. Storia di Josey (2005).

La difficoltà di “fare la cosa giusta”

Anche in questo caso, buona parte del racconto è incentrato sulla figura di Antonina e sulle difficoltà che comporta la scelta di “fare la cosa giusta”. Proprio dai dubbi e dai momenti di incertezza che lei e suo marito affrontano in seguito alla decisione presa di mettere a rischio la propria vita e la propria famiglia per salvare quelle di altri emergono gli elementi più interessanti del film. Per una volta vediamo l’eroina della storia pensare alle conseguenze, avere paura e affrontare dei momenti di crisi anche col marito. Vediamo entrambi chiedersi, più o meno esplicitamente, fino a che punto ci si può e ci si deve spingere per salvare una vita.
Abbastanza efficace è anche la caratterizzazione dell’antagonista principale, lo zoologo Lutz, che pur essendo (purtroppo) poco approfondita, non si limita a proporre un cattivo tout court o la classica rappresentazione cinematografica del nazista crudele, ma mostra almeno in parte l’esistenza di un confine tra vivere per un ideale e vivere per un’ideologia.

Un buon film sulla Shoa che non indulge nel pietismo

Il racconto di per sé è estremamente lineare e il film procede con un buon ritmo, ma senza grandi colpi di scena. La prevedibilità della trama interferisce un po’ con il coinvolgimento dello spettatore che sa quali emozioni dovrebbe provare ancora prima di arrivare alle scene che rappresentano il picco emotivo della storia.
Ad ogni modo, La signora dello zoo di Varsavia rimane un buon film sulla Shoah che non indulge nel pietismo e non insiste particolarmente sulla crudezza degli avvenimenti storici raccontati, e che dunque potrebbe essere utilizzato come strumento didattico nelle scuole.

Rachele Mocchetti

Tag: , , ,