Tratto dal romanzo La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Dino Buzzati il film racconta la storia di Tonio e suo padre Leonzio alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Le fiabe sono senza tempo. Affascinano piccoli e adulti, creano universi, trasformano la realtà quotidiana in un sogno che fortifica i desideri grandi e nobili e inietta speranza.
Ed è una fiaba animata La famosa invasione degli orsi in Sicilia ispirata all’omonimo romanzo di Dino Buzzati e personalissima trasposizione cinematografica di Lorenzo Mattotti, uno dei più bravi animatori italiani che vive da anni in Francia.
Il punto di partenza è proprio il racconto di una favola. La mettono in scena il cantastorie Gedeone e la sua piccola assistente Almerina (il cui nome è ispirato al nome della moglie di Dino Buzzati, scomparsa nel 2015) che si rifugiano in una caverna a causa di un’improvvisa nevicata. In quel buio freddo c’è un vecchio orso (presta la sua voce Andrea Camilleri nella sua ultima performance artistica) che si sveglia dal letargo. Allora Gedeone e Almerina decidono di mettere in scena La famosa invasione degli orsi in Sicilia, utilizzando un’inedita scenografia.
Protagonista è Tonio, il figlio di Leonzio, il Grande Re degli orsi, che viene rapito dal Granduca di Sicilia, uomo malvagio e ossessionato dal suo potere. Un esercito di orsi guidato dal Grande Re si spinge in un’epica battaglia contro il regno degli umani. Prova a fermarlo e poi a convincerlo con un tranello il mago di corte De Ambrosiis, in possesso di una bacchetta magica in grado di compiere solo due incantesimi.
Bene e male si mescolano in questa fiaba dove tutti cercano di trovare la propria salvezza e, se possibile, il proprio posto nel mondo. Sembrano riuscirci ma qualcosa accade quando gli orsi, liberi dalla tirannia umana, governano apparentemente sereni in Sicilia nel mondo degli umani. C’è qualcosa infatti che si insinua nelle loro esistenze forse, prese, come quelle degli uomini, da una ingannevole libertà e dal benessere parzialmente offerto dai beni della vita. Raggiunto il potere, alcuni tra gli orsi non si pongono tanti interrogativi e catturano, se possibile, tutto quello che è a disposizione.
In questa bella animazione, per la quale Lorenzo Mattotti insieme alla sua squadra di disegnatori ha impiegato ben sei anni di lavorazione, c’è davvero il grande mondo di Dino Buzzati, che nel 1945 ha scritto e pubblicato questa storia, senza mai terminarla, sul Corriere della Sera con lo scopo di intrattenere le nipoti fino al 25 aprile, giorno della Liberazione.
Quella di Mattotti è una trasposizione libera e allo stesso tempo aderente al mondo di Buzzati. Le animazioni non sono certo disneyane e non devono esserlo: i disegni aguzzi degli esterni, dalle montagne ai castelli, decisi e morbidi nei personaggi, immaginifici nell’ideazione di creature fantastiche. Il bene e il male si mescolano perché ad esempio il giovane orso Tonio e il mago De Ambrosiis potrebbero essere tratteggiati come il simbolo della fragilità e del vigore, ma non sono mai totalmente vulnerabili e mai totalmente forti.
La famosa invasione degli orsi è un bellissimo esempio di animazione e apologo morale, che evita le scorciatoie narrative di molti fumetti per bambini, e crea mondi fuori dal tempo.
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