La città proibita

Mei è una ragazza cinese sopravvissuta alla politica del figlio unico nella Cina degli anni ‘90. Vent’anni dopo, la ritroviamo a Roma sulle tracce della sorella maggiore Yun, che credeva scomparsa. Per trovarla, Mei si inoltrerà nell’Urbe a colpi di kung fu, in un Esquilino costellato di lanterne rosse, dove la sua cultura si mescola a quella di una Città Eterna e decadente.

Kung fu all’amatriciana

Il film di Mainetti ha tinte forti che evidenziano ombre e luci, ma sicuramente lascia il segno nel pubblico, che torna a emozionarsi davanti alle mosse di kung-fu di Mei nel sottobosco cinese del quartiere esquilino di Roma. Un ritorno ad un genere molto amato a cavallo degli anni ’70 e ’80 e che in Italia aveva avuto poco fortuna. Una citazione dichiarata, se è vero che il film aveva come titolo di lavorazione Kung-Fu all’amatriciana.

C’è molta Italia – decadente – di oggi in questo film, soprattutto nel personaggio di Annibale, il trafficone interpretato da Giallini, che prova a difendere il ristorante dell’amico Alfredo dalle mire espansionistiche di Mister Wang. Un antieroe tragico che si immola per e nonostante una Roma che non conosce e non comprende più, ma a cui non si piega. La violenza diffusa del film si mescola nella malinconica constatazione di come tutti, italiani e stranieri, stentano a vivere ogni giorno sotto il cielo di Roma, uguali nelle gioie e nei dolori.

Tratto da una vita vera

Nel film c’è, ovviamente, anche molta Cina, a partire da una protagonista che condivide la storia del suo personaggio: anche Yaxi Liu come Mei è scampata alla legge del figlio unico, anche se il padre dell’attrice ha dovuto “solo” scontare una multa salata, ma soprattutto l’interruzione della sua carriera.

Yaxi Liu insomma è riuscita facilmente a immedesimarsi nel suo personaggio. Meno scontata era invece la sua prova attoriale, perché Yaxi di mestiere fa la stunt. È stata il doppio della protagonista nel live action Disney di Mulan nel 2020 e La città proibita è il suo primo film come attrice vera e propria. La sua interpretazione delle scene più drammatiche del film annuncia che nel cielo tra Roma e Pechino è nata una nuova stella.

Claudio F. Benedetti