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Jason Bourne


TITOLO ORIGINALE: Jason Bourne
REGISTA: Paul Greengrass
SCENEGGIATORE: Paul Greengrass e Christopher Rouse
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 103'
ATTORI: Matt Damon, Julia Stiles, Alicia Vikander, Tommy Lee Jones, Vincent Cassel
SCENE SENSIBILI: alcune scene di violenza e tensione
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Quando Jason Bourne ricompare in Grecia, la Cia pensa che voglia nuovamente rivelare i suoi segreti e fa di tutto per eliminarlo, ma l’ex agente vuole soprattutto conoscere la verità sul suo passato. Così, mentre Bourne esplora i ricordi che riguardano il suo reclutamento (in cui è coinvolto anche suo padre), una nuova operativa dell’agenzia, specializzata nelle risorse informatiche, cerca di convincere i suoi capi che – anziché ucciderlo – Bourne vada ricondotto all’ovile dell’Agenzia in quanto risorsa preziosa e unica. La caccia, però, è cominciata e forse per ciascuno non è più possibile fare passi indietro.

Matt Damon contro il genio dell’informatica

Torna Matt Damon, dopo una breve e non fortunatissima parentesi con Jeremy Renner, e soprattutto torna Paul Greengrass alla regia di questo nuovo capitolo della saga dedicata all’ex agente Jason Bourne, sempre alla ricerca del suo passato e sempre in fuga dalla Cia, che vuole eliminarlo perché le sue operazioni più segrete e discutibili non vengano alla luce.
Greengrass spinge il pedale dell’acceleratore in un film che si articola, dopo una breve introduzione, come un lungo inseguimento, un gioco del gatto con il topo in cui si contrappone la genialità informatica della nuova agente Heather Lee (la lanciatissima Alicia Vikander) all’abilità e all’addestramento di Bourne (più semplici e antichi ma non per questo meno letali), mentre Vincent Cassel, nei panni del cattivissimo killer inviato dalla Cia, appare fin dall’inizio perdente proprio nella sua brutale efficienza.

Una rivisitazione delle sommosse greche

Sullo sfondo (ma nemmeno tanto) un mondo in cui il controllo e la diffusione di informazioni riservate (il riferimento è sempre al caso Snowden e abbiamo in scena un simil Assange dalla caratterizzazione molto ambigua) sono diventati armi potenti quanto quelle fisiche.
Lo stile registico di Greengrass riesce sempre a trascinare all’interno dell’azione e la sua personale rivisitazione delle sommosse greche è davvero avvincente; si sente, tuttavia, la mancanza di qualche momento di sospensione dall’azione, che avrebbe permesso di approfondire e assaporare i dilemmi dei personaggi – un po’ come accadeva nei primi titoli del franchise, dove i brevi passaggi di confronto tra Bourne e i suoi avversari/alleati consentivano di aprire degli squarci sulle loro psicologie.

Responsabilità e limiti del potere

Ciò detto, l’eroe/antieroe creato da Robert Ludlum resta, anche molto per merito del suo interprete, uno dei grandi personaggi del cinema d’azione di oggi, capace di intrattenere con le sue avventure senza rinunciare a dire qualcosa sulla realtà contemporanea, lanciando interrogativi sulla responsabilità personale e sui limiti del potere anche quando questo viene usato per fini “positivi”.

Luisa Cotta Ramosino

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