1955. Lewis è un orfano di 10 anni, costretto a trasferirsi dall’eccentrico zio Jonathan, che non ha mai conosciuto. Presto Lewis capirà che lo zio altri non è che uno stregone e che la sua casa è incantata… Da lui imparerà l’arte della stregoneria ma, cercando di impressionare un bambino con cui vuole fare amicizia, resusciterà dal mondo dei morti un uomo malvagio, rischiando di mettere tutti in grave pericolo…
Il film di Eli Roth, già regista di Hostel, è l’adattamento di un romanzo per ragazzi degli anni ’70 e si propone come un “horror di partenza” per famiglie e preadolescenti che vogliono affrontare il genere per la prima volta. Nonostante alcune immagini impressionanti (morti dagli occhi iniettati di sangue, cripte, giocattoli e bambole dallo sguardo demoniaco che prendono vita, negromanzia e occulto), il tono si mantiene per lo più leggero e ironico, grazie soprattutto ai due personaggi adulti protagonisti: lo zio Jonathan e la signora Zimmermann (Jack Black e Cate Blanchett), che si scambiano l’un l’altro blandi insulti tra vecchi amici.
Di certo la casa dello zio Jonathan è sì un po’ sinistra e fatiscente, ma anche molto affascinante: piena di orologi, oggetti che si muovono, quadri che cambiano soggetto, poltrone animate, zucche di Halloween perennemente davanti all’ingresso, uno strano ticchettio che proviene dai muri di casa… Le voci che circolano sulla villa non sono di certo rassicuranti. Qualcuno dice che sia infestata, per la morte del precedente proprietario e, come se non bastasse, a Lewis appare in carne e ossa la madre, che gli dice cose incomprensibili. Presto Lewis verrà a conoscenza dei poteri magici della sua famiglia e vorrà impararli anche lui…
Al di là della magia e della stregoneria, il film affronta temi sempre attuali, come per esempio il bullismo, di cui Lewis, così ingenuo e delicato agli occhi degli altri bambini, è vittima. Nessuno lo sceglie per giocare a pallacanestro e tutti lo vedono come “quello strano”. È per farsi accettare che Lewis commetterà un’imprudenza, infrangendo così le regole imposte dallo zio. Alla fine, saranno gli “stregoni buoni” ad avere la meglio nella lotta tra bene e male e tutto ritornerà ad essere rassicurante: una metafora del processo di crescita di ogni bambino, pieno di paure da affrontare, che però rendono più forti e temprano il carattere, soprattutto se si hanno accanto adulti premurosi. Quando lo zio Jonathan è in pena per Lewis e si sente inadeguato a crescerlo da solo, sarà proprio l’amica Florence Zimmermann, che ha perso la figlia, a ricordargli che è inevitabile soffrire per coloro di cui ci si (pre)occupa.
Visivamente il film è molto bello e rievoca le atmosfere dei vecchi libri per l’infanzia. Tuttavia, gli spettatori più giovani e sensibili potrebbero trovare la pellicola inquietante in più di un’occasione, sia per le tematiche affrontate, che per alcune immagini tipiche del genere; come nell’atto finale, quando viene risvegliato il terribile Isaac Izard e si combatte a colpi di magia, con morti che riprendono vita, streghe travestite e qualche spavento.
Scegliere un film 2019
Tag: 3 stelle, Fantascienza, Fantasy, Horror, Thriller