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Il miracolo di Sharon


TITOLO ORIGINALE: Ordinary angels
REGISTA: Jon Gunn
SCENEGGIATORE: Meg Tilly e Kelly Fremon Craig
PAESE: USA
ANNO: 2024
DURATA: 117'
ATTORI: Hilary Swank, Alan Ritchson e Emily Mitchell
SCENE SENSIBILI: abuso di alcol, qualche scena di tensione emotiva
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Sharon Stevens è una parrucchiera di mezz’età del Kentucky, che nasconde un problema di alcolismo e un rapporto difficile con il figlio sotto un trucco pesante e un abbigliamento appariscente. Un giorno legge sul giornale l’annuncio della morte di una giovane donna, la cui figlia di cinque anni è affetta da una grave malattia che richiederebbe un trapianto di fegato. Spinta da una strana curiosità, Sharon si presenta al funerale della donna, dove conosce il marito Ed e le due figlie, Ashley e Michelle. Dal momento che al gruppo degli alcolisti anonimi le hanno suggerito di trovare una ragione di vita che la distolga dalla sua dipendenza, Sharon decide che tale ragione sarà salvare la piccola Michelle. Comincia quindi a organizzare una raccolta fondi per saldare i debiti di Ed e pagare le spese mediche della bambina…

Una bella storia, tra lacrime e risate

Tratto da una storia vera, Il miracolo di Sharon è un film edificante, quasi “natalizio” nelle atmosfere e nel suo messaggio di speranza e condivisione. Punto di forza sono sicuramente i due protagonisti, Sharon Stevens (Hilary Swank) e Ed Schmitt (Alan Ritchson): entrambi messi alla prova dalla vita e con ferite che faticano a rimarginarsi, affrontano tuttavia i problemi in modo diametralmente opposto. Mentre Ed, dopo aver perso l’amatissima moglie, lotta per salvare la figlia assumendo la posizione di un albero, che non si piega davanti alle difficoltà ma che difficilmente si smuove dalla sua posizione, Sharon è un panzer, disposta a fare qualsiasi cosa, ad andare ovunque, a contattare chiunque pur di raggiungere il suo obiettivo. Il rapporto tra i due non è ovviamente facile e i momenti di scontro sono tanti: mentre Ed tende ad affrontare le sfide in solitudine, Sharon non accetta un “no” e non si ferma davanti a nessuna porta chiusa, con il risultato di finire per invadere la casa e la vita degli Schmitt, superando qualsiasi confine.
Come messo in luce anche dal titolo originale – Ordinary Angels – il film celebra l’umanità nella sua forma più pura, sottolineando come spesso siano le persone comuni a fare la differenza e a mettere in atto azioni straordinarie per aiutare gli altri. In questo senso, Il miracolo di Sharon parla anche di fede, intesa non tanto in senso religioso, quanto piuttosto come fiducia nelle persone normali e nella loro capacità di fare il bene, arrivando a compiere dei veri e propri miracoli.

Per poter salvare gli altri bisogna prima salvare se stessi

Ma il film mette in luce anche un’altra tematica, fondamentale per l’evoluzione dei protagonisti e, in modo particolare, di Sharon: ovvero non è possibile salvare gli altri se prima non si affrontano i propri demoni e le proprie ferite. Non si può essere un salvagente per gli altri, se prima non si impara a nuotare. Inizialmente, Sharon sceglie di aiutare Ed e la sua famiglia per trovare una distrazione a quella che, a tutti gli effetti, è una vera e propria dipendenza. Non lo fa con cattiveria, non ne è pienamente consapevole, ma salvare Michelle è il suo modo per non pensare, per dire a se stessa “sto facendo qualcosa di buono di me e della mia vita”.
Purtroppo, però, le vicende successive le insegneranno che la strada non è e non può essere così facile. Nascondere il problema sotto al tappeto non significa cancellarlo con un colpo di spugna e il passato tende sempre a riemergere e a presentare il conto. Ecco allora che Sharon potrà aiutare davvero gli altri solo aiutando se stessa, ma lo farà con uno strumento in più dalla sua parte: il supporto delle persone che le vogliono bene e che hanno scorto in lei quella scintilla di luce che aspetta solo di divampare.

Cassandra Albani

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