Arturo Meraviglia, gestore di un teatro di varietà ormai in disuso e travolto dai debiti, riceve un’eredità da un lontano zio vissuto in America. Ma massima è la sua delusione quando scopre che l’eredità non consiste in soldi o beni immobiliari, bensì nella gestione e la cura di due bambini, Rebecca e Gioele, che lo zio aveva adottato quando era ancora in vita. Anche se inizialmente la convivenza risulta difficile, Arturo finisce per affezionarsi ai due bambini e, quando scopre che Gioele è dotato di straordinari poteri di telecinesi, capisce di aver trovato un modo per saldare tutti i debiti e rilanciare la sua attività di imprenditore teatrale. Peccato che Arturo non sia il solo interessato ai poteri di Gioele. Un gruppo di ricercatori francesi, infatti, vuole trovarlo e sottoporlo ad alcuni esperimenti scientifici…
Dopo Il principe abusivo, Si accettano miracoli e Mister Felicità, Alessandro Siani torna al cinema e lo fa con il genere che gli è più congeniale, vale a dire una commedia intrisa di buoni sentimenti, adatta a tutta la famiglia. Il canovaccio è sempre lo stesso: un uomo ingenuo e inetto, ma fondamentalmente buono, si ritrova catapultato in una situazione più grande di lui. Nel caso specifico, la maggiore novità consiste nell’inserimento, all’interno di una trama consolidata, dell’elemento fantastico (legato ai poteri di telecinesi del piccolo Gioele) e nell’utilizzo degli effetti speciali. Per il resto, Il giorno più bello del mondo si limita a riproporre molti degli ingredienti caratteristici dei film di Siani, ovvero le gag da commedia napoletana, le atmosfere da film “alla Frank Capra” e la storia d’amore improbabile, che in questo caso nasce tra lo spiantato Arturo Meraviglia e la bella ricercatrice Flavia Mainardi.
Si tratta, tutto sommato, di un film godibile e in parte riuscito, grazie ad alcune gag divertenti (e spesso surreali), agli effetti speciali curati e raramente presenti all’interno di una pellicola italiana e a qualche scena suggestiva e dal sapore un po’ magico, come quella natalizia girata nelle vie di Colmar (Alsazia) e quella finale ambientata nel teatro di Arturo.
Per il resto, il film soffre dei difetti comuni a questo tipo di prodotti. Innanzitutto, il tono un po’ piatto, dovuto all’assenza di particolari snodi narrativi o picchi drammatici, di cui anche una commedia ha bisogno per risultare davvero coinvolgente. In secondo luogo, il ricorso a personaggi macchiettistici e poco caratterizzati. Del protagonista abbiamo già detto, ma a lui si aggiungono la bella ricercatrice dedita al suo lavoro e incapace di rendersi conto del male che la circonda e un cattivo ridicolo, più simile a un personaggio da cartone animato che a un antagonista realmente pericoloso. Se a questo aggiungiamo una certa incertezza nella scelta del tono (film fantastico o fiaba edulcorata? Commedia napoletana o romantica?), ecco che diventa facile comprendere il risultato: un film “carino”, a tratti divertente, che però finisce per intrattenere più i bambini che i genitori.
Scegliere un film 2020
Tag: 3 stelle, Commedia, Drammatico, Fantastico