Il GGG – Il grande gigante gentile

Una notte il Grande Gigante Gentile (Mark Rylance) rapisce l’orfana Sofia (Ruby Barnhill) e la porta nel paese dei giganti, dove insieme dovranno sconfiggere dei mostri che si cibano di esseri umani, in particolare bambini.

Cosa vuol dire essere diversi?

Quando Sofia viene rapita da un essere enorme e a dir poco bizzarro, la prima cosa di cui si accorge è la diversità del suo nuovo compagno di avventure. Cosa vuol dire essere diversi? Come dalla diversità si può arrivare all’amicizia fino ad apprezzare le caratteristiche che rendono l’amico altro da sé: le orecchie, il naso, perfino il linguaggio può diventare interessante. È questo il primo percorso che fa Sofia, accompagnando così i piccoli spettatori ad affrontare alcune problematiche della loro vita quotidiana.

Dare ai bulli la giusta punizione

Altro tema molto attuale e caro all’autore del romanzo è quello del bullismo (come anche l’ingiustizia subita da parte degli adulti), ben rappresentato dall’incredibile animazione di Steven Spielberg. I Giganti contro cui i due amici dovranno combattere non hanno nulla di veramente terribile, nonostante amino nutrirsi di bambini. Sono piuttosto delle caricature ben riuscite di ciò che un ragazzo potrebbe trovarsi di fronte, a scuola o nel cortile di casa. E allora il film racconta come anche un personaggio gentile e poco combattivo come il GGG possa, attraverso l’ingegno e soprattutto l’amicizia, dare a questi bruti la giusta punizione che si meritano.

Sognare l’impossibile e spingersi oltre i propri limiti

Ma il vero centro della storia è forse la tematica del sogno. Il GGG è infatti un creatore di sogni e introduce Sofia a questa incredibile arte. Sognare è qualcosa che ogni essere umano fa, ma sognare l’impossibile è un’attività a cui pochi ormai sono abituati. Forse perché solo insieme uno trova la forza di farlo. Così il GGG si spinge oltre le sue possibilità solamente dopo l’incontro con la piccola Sofia. Insieme a lui anche altri personaggi faranno un percorso di crescita per ritrovare la fiducia in se stessi e con essa la forza di spingersi oltre i limiti, lottare per i propri diritti e cercare di cambiare il mondo rendendolo migliore.
Il genio di Roald Dahl finalmente incontra quello di Steven Spielberg, insieme riescono a creare qualcosa di poetico (anche se forse non troppo emozionante dati gli incassi piuttosto bassi), che va oltre lo spettacolo e può sicuramente essere uno strumento utile per diversi percorsi educativi.

Ilaria Giudici