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I tre moschettieri: D’Artagnan


TITOLO ORIGINALE: Les Trois Mousquetaires: D'Artagnan
REGISTA: Martin Bourboulon
SCENEGGIATORE: Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière
PAESE: Francia, Germania, Spagna
ANNO: 2023
DURATA: 121'
ATTORI: Vincent Cassel, Louis Garrel e Eva Green
SCENE SENSIBILI: violenza, brevi scene sensuali, un accenno di nudo
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Francia, 1627. Nel pieno della Guerra dei trent’anni, il giovane D’Artagnan si reca a Parigi con una lettera di raccomandazione del padre al capitano dei Moschettieri della Regina di Francia, per essere ammesso nel prestigioso corpo al servizio del re. Durante il viaggio è coinvolto in uno scontro con le spie del perfido Cardinale Richelieu e così inizia la sua avventura.

Licenze storiche

Il film si svolge in una Parigi scossa dalla guerra di religione tra cattolici e protestanti, in un susseguirsi di crepitii di fucili e pistole, scambi di sciabolate, inseguimenti… tutti requisiti del genere action “cappa e spada”. L’opera segue il tracciato dell’opera di Alexandre Dumas del 1844 e delinea abbastanza fedelmente, ma senza profondità, i caratteri dei leggendari Aramis, Porthos, Athos e D’Artagnan. Il film si discosta dallo scritto originale quando ricerca facile consenso nella moda gender fluid per quanto riguarda la libertà amorosa di Porthos, che non disdegna entrambi i sessi. Appare invece forzato e gratuito l’uso da parte di Aramis di un crocefisso come strumento di tortura.
Evidentemente la sceneggiatura e la regia cercano di raggiungere un pubblico più vasto includendo tutti i classici ingredienti di richiamo del genere action: amore, violenza ma anche una semplificazione estrema di un complesso periodo storico. Gli attori sono tutti all’altezza del compito a loro richiesto e fra tutti troneggia Vincent Cassel, impareggiabile nell’interpretare i tormenti spirituali di Aramis. Molto ricercata è la ricostruzione storica e dei costumi della Parigi dell’epoca, soprattutto perché il film si avvale dell’ambientazione della Reggia del Louvre. Il film però rimane freddo: non c’è mai un momento veramente emozionante, e anche l’amicizia fra i quattro moschettieri, cardine emozionale di molti film (si veda per es. La maschera di ferro di Randall Wallace) qui lascia molto freddi.
In conclusione, se da un lato I tre moschettieri: D’Artagnan accontenta il desiderio di avventura del pubblico e ha il merito di attualizzare l’opera di Dumas, dall’altro ha la velleità di affrontare troppi temi, tra cui quello della libertà religiosa, lasciandoli incompiuti come i “fili pendenti” del Tenente Colombo. In più il film, per i temi affrontati e per la violenza – ma anche per il tono freddo e poco emotivo–, non è indicato per i più giovani e perde pertanto una fetta consistente di pubblico, paradossalmente la più affezionata al genere.

Marvel Dumas

E dire che l’idea di partenza di dividere in più parti il romanzo di Dumas, insieme agli elementi action, è sicuramente stato un tentativo per avvicinare i più giovani, abituati alle serie tv, alle scene post credits e alle neverending stories stile Marvel Cinematic Universe: un modo di fare cinema ormai imperante. La serializzazione di un romanzo in una saga cinematografica non è dunque una novità: tuttavia, in questo caso non è scontato che il non altissimo hype generato da questo film (che ha incassato bene solo in Francia) resisterà anche per quando usciranno i sequel.

Claudio F. Benedetti

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