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How to Have Sex


TITOLO ORIGINALE: How to Have Sex
REGISTA: Mollie Manning Walker
SCENEGGIATORE: Mollie Manning Walker
PAESE: Regno Unito, Grecia, Belgio
ANNO: 2024
DURATA: 91'
ATTORI: Mia McKenna-Bruce, Lara Peake e Samuel Bottomley
SCENE SENSIBILI: allusioni sessuali esplicite, turpiloquio, uso di sostanze stupefacenti e alcol, abuso sessuale.
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Tara, Em e Skye sono tre adolescenti pronte a vivere la vacanza più bella di sempre all’insegna di feste, alcol, nuove amicizie e soprattutto prime esperienze sessuali, ma per Tara il sogno è destinato a diventare un incubo.

Più vero di un documentario

La prima fatica di Mollie Manning Walker arriva nelle sale italiane con in tasca il premio Un Certain Regard del festival di Cannes, un riconoscimento per registi esordienti che con i loro lungometraggi propongono un nuovo sguardo sul mondo. La sceneggiatrice e regista porta sul grande schermo la realtà dell’adolescenza così com’è, senza imbellettamenti, moralismo o pregiudizi. Tre adolescenti si mettono alle spalle i problemi di tutti i giorni, la scuola, i genitori, le decisioni, per abbracciare l’euforia di una vacanza da sole, fatta di notti brave, poco sonno e soprattutto avida di nuove esperienze. Tara, ragazza vergine ma qui forse avventata, si lascia trascinare dalla festaiola e libertina Skye, che fa di tutto per farla sentire in difetto, in un caleidoscopio di serate. La Manning Walker presenta così la futilità di un’amicizia che si basa sulla sola apparenza, sullo scambio di abiti sempre più corti e trucchi più ostentati. A fare da contraltare c’è il legame con Em, con la testa sulle spalle e più profonda, ma altrettanto cieca quasi fino ai titoli di coda. How to Have Sex documenta la realtà dei fatti, ti butta dentro un’estate adolescenziale che nemmeno sembra scritta, tanto è realistica, tanto è verosimile. È un segnale d’allarme silenzioso e onesto di ciò che accade, senza che nessun adulto se ne interessi davvero.

L’opposto di un manuale

Le amiche non si accorgono del cambiamento di Tara, che abbandona l’euforia e si chiude a riccio. Non vogliono accorgersene perché rovinerebbe la loro vacanza da sogno, non importa se per Tara è diventata un incubo. Lei non ne parla, il suo è un grido silenzioso, per pochi. How to Have Sex si presenta come un manuale di istruzioni, ma è tutto fuorché questo. Non ci sono istruzioni, se non si chiede aiuto, e Tara lo capisce a proprie spese. La protagonista è un concentrato di inconsapevolezza, ingenuità, voglia di apparire a tutti i costi, brama di essere all’altezza del gruppo, di essere come gli altri perché non sei nessuno se ti distingui. Un film che racconta della superficialità e fragilità della giovinezza che senza guida si perde, si ferisce, si corrompe e si ammala. Una storia che parla di consenso, parla di violenza e necessità di ribellarsi. Lo fa senza giudizio, presentando la realtà dei fatti, senza dire in modo predicatorio cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma facendolo percepire. La morale viene fuori da sé, dalla franchezza del racconto che è amaro, crudele e reale. Davanti a questa verità non si può rimanere indifferenti. Non ci sono risposte pronte perché questo, come dicevo, non è un manuale, ma la realtà di una gioventù infelice, che sembra vivere una quotidianità così triste che ha bisogno di “sballarsi” per dimenticare. Eppure con questa vacanza per Tara si chiude un capitolo, l’aeroporto diventa luogo del possibile, per parlare e lasciarsi alle spalle ciò che è stato e stringere la mano a un futuro che ha qualcosa da regalare. Un film da vedere con occhio critico, per non rimanere indifferenti.

Chiara Comotti

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