Dopo un’infanzia vissuta in totale isolamento, la principessa Elsa esce dalla sua stanza per essere incoronata regina, rivelando così il suo potere di trasformare in ghiaccio tutto ciò che tocca. Alla sorella Anna spetterà il compito di salvare il regno dalla terribile tempesta di neve scatenata da Elsa.
Atmosfere da sogno, impreziosite da un mirabile 3D, splendidi colori e musiche mozzafiato faranno vivere a tutta la famiglia un’esperienza indimenticabile, e non solo dal punto di vista visivo. Frozen, infatti, ispirato a una delle più belle favole di Andersen, sebbene mantenga ben poco del soggetto originale, riesce indubbiamente a comunicare al pubblico un messaggio profondo e per molti aspetti originale. Le protagoniste, eroine contemporanee di austeniana memoria (a tratti parrebbero le Elinor e Marianne di Ragione e Sentimento), sono entrambe chiamate a compiere un viaggio alla scoperta del mondo e di se stesse.
La maggiore, Elsa, ha un grande talento, che non conosce ancora e per cui prova paura. Guardandosi con gli occhi del mondo è convinta di essere un mostro e razionalmente si autoesclude dalla società, censurando i sentimenti e i rapporti più cari. Ma quando per la prima volta assapora la libertà, comincia a capire che la realtà è di una bellezza incredibile, che la vita la sta chiamando e che in fondo come è fatta non è niente male. Tuttavia da sola non può ancora comprendere se stessa, ed è solo aprendosi agli altri, in particolare all’affetto della sorella, che potrà riconoscere il suo talento come un dono, trasformando ogni cosa in bene. Lo stesso percorso di consapevolezza, seppure con declinazione differente, è quello di Anna.
La principessa, cresciuta sola, ha creato nella sua mente un mondo perfetto a cui vorrebbe uniformare tutto. L’immagine che si è costruita offusca la realtà portandola a confondere il vero amore con ciò che immediatamente parrebbe essere tale. Ma, scoprendo le cose e imparando a conoscere la diversa natura dei rapporti umani, potrà capire quello che il suo cuore desidera veramente, e cioè non semplicemente un amore come immediato riflesso di sé, ma come realmente altro, che irrompe con tutti i suoi limiti e difetti ma arricchisce misteriosamente la vita. In questo il surreale siparietto musicale dei troll, che spingono Anna nelle braccia di Kristoff, colpisce nel segno: “Non credere che cambi, vedrai che non accadrà, ma puoi scoprire che anche lui ha molte qualità…”.
Infine, nel richiamare il tema principale della scoperta di sé, non meno importanti sono i due coprotagonisti della storia, il buffo e rude Kristoff, trasandato e individualista, riacquisterà un “aspetto umano” innamorandosi e sarà capace di sacrificare tutto pur di realizzare il bene della sua amata. Al pupazzo di neve Olaf, spassosissimo picco di genialità del film, toccherà invece la parabola più divertente e allo stesso tempo delicata. Un po’ come a Pinocchio, anche a lui è stata data la vita ma non la conoscenza di essa, perciò si ritrova a sognare proprio ciò che gli farebbe più male: l’estate. Sarà ancora una volta grazie all’amore, quello di chi lo ha creato, che potrà rimanere vivo e tuttavia compiere il suo più profondo desiderio.
Scegliere un film 2014
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