Charlie McGee è una bambina con il dono della pirocinesi, ovvero di scatenare potenti fiammate distruttive con la sola forza della mente. Anche i suoi genitori Andy e Vicky hanno doti superumane, ed educano Charlie a controllare i suoi poteri per vivere una vita normale. Ma un mistero si nasconde dietro la loro famiglia e l’origine dei loro poteri, e potenti nemici di un’agenzia segreta danno loro la caccia. Presto Charlie dovrà fare i conti con il suo dono e scegliere come usarlo…
Cominciamo mettendo una cosa in chiaro: Firestarter non è un film ben fatto. Adattamento dell’omonimo romanzo di Stephen King del 1980, il budget è evidentemente sotto i parametri necessari, la regia è insipida, la fotografia di più, il casting dubbio, e la sceneggiatura è blanda e, se non illogica, almeno poco convincente. Firestarter non è un buon horror, non è certo un gran thriller, è carente nell’azione e spesso la sua inefficienza lo fa scadere nel ridicolo.
Come altri romanzi di King prima e tanti tentativi contemporanei, la storia vorrebbe parlare del tema del supereroe ma in chiave “realistica”, tragica e horror. Ci ha provato senza riuscirci nel 2019 James Gunn con L’angelo del male – Brightburn, viene in mente la serie violentissima e di successo The Boys su Amazon, e non a caso il romanzo di King era già stato più volte paragonato al suo predecessore Carrie. Ma il film di Keith Thomas è ancora più sotto tono delle aspettative.
Quello che lascia più perplessi è il perché di un reboot. Non è infatti la prima volta che il romanzo di King viene adattato per lo schermo, ma se già la versione dell’84, con una giovanissima Drew Barrymore nei panni di Charlie, occupava pienamente la categoria B-Movie se non più bassa, questo secondo tentativo non si discosta dal predecessore e anzi fallisce anche nella spettacolarità.
Dobbiamo almeno concedere al film di aver cercato di allontanarsi un poco dalla prospettiva ritrita di Stephen King: corruzione politica, bigottismo misto a ignoranza sociale, giustizia vendicativa, e il perenne senso di impotenza di fronte alle forze ultraterrene; si può apprezzare King quanto si voglia, ma a lungo andare i suoi racconti inquinano il sangue anche dei più coriacei. Non è però questo il sentimento che cerca di trasparire lungo il film di Keith Thomas.
Il nuovo Firestarter cerca di dipingere un mondo che non è bianco e nero; è complesso, fatto di errori, equivoci, sensi di colpa, più che di una plateale malvagità e corruzione dilaganti. In particolare nel rapporto con suo padre Andy, Charlie viene chiamata a riconoscere la linea morale che non deve varcare per preservare la sua innocenza, e a lungo durante la – faticosa – pellicola speriamo per la bambina.
Peccato poi per il finale che getta tutto all’ortiche, cercando di rimanere fedele al libro di King ma senza nemmeno offrire la distruzione su larga scala che la storia prometteva.
Alla fine se c’era qualcosa da poter conservare, è stata buttata via anche quella; e non ne è chiaro il motivo.
Alberto Bordin
Tag: 2 Stelle, adattamento da romanzo, Drammatico, Horror