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Fatti Vedere


TITOLO ORIGINALE: Fatti Vedere
REGISTA: Tiziano Russo
SCENEGGIATORE: Giulio Carrieri e Roberto Proia
PAESE: Italia
ANNO: 2025
DURATA: 105'
ATTORI: Matilde Gioli, Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon ed Asia Argento
SCENE SENSIBILI: linguaggio volgare, una scena di sesso
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Sandra è una psicologa ed è appena stata assunta da un noto sito di psicoterapia online, quando viene lasciata dal fidanzato Stefano con cui conviveva da ben dieci anni, senza preavviso e senza un perché. Il caso vuole che qualche tempo dopo, in seguito ad un errore di visualizzazione del profilo online, la donna si ritrova tra i nuovi pazienti anche il suo ex. Con l’aiuto di Marco, investigatore privato esperto in travestimenti, Sandra decide di approfittare dell’equivoco per assumere indebitamente l’identità dell’anziana collega, sua omonima, con cui il sito l’ha scambiata: forse è l’occasione per ottenere finalmente spiegazioni da Stefano e scoprire i veri motivi per cui è stata lasciata…

Strane terapie

Terapia sì o terapia no? Sembra questa la domanda soggiacente al film ed il dibattito sull’argomento è in effetti molto in voga oggigiorno, anche sui media, forse per combattere il presunto stigma sociale subìto da chi ricorre all’aiuto dello psicologo.

Al di là di questo aspetto, comunque presente, la storia sembra piuttosto interrogarsi sui differenti modi di intendere e di vivere l’amore di coppia: da una parte, l’approccio razionale di chi sta nelle cose cercando di capirle, di farle entrare in testa, e quello più emotivo di chi invece si fida di quello che sente, del proprio istinto e dei propri sentimenti.

In realtà anche questa dicotomia forse un po’ inflazionata (che comunque sorvola sulla componente spirituale dell’amore, la più importante) rimane circoscritta al rapporto con l’amica del cuore (Asia Argento), portatrice se vogliamo della seconda delle due istanze (quella del carpe diem). La sceneggiatura infatti non scava più di tanto nel dilemma interiore della protagonista per lasciare spazio alle situazioni di commedia (sempre molto efficaci a costo di una certa episodicità nella trama) e al grande equivoco su cui si regge tutta la storia – cioè lo scambio di persona grazie al quale Sandra spera di chiarirsi con il suo ex e, forse, anche di riconquistarlo. Anche la regia sembra cavalcare questa leggerezza di fondo giocando con le citazioni cinematografiche, soprattutto delle commedie americane “en travesti” (su tutte Tootsie e Mrs Doubtfire, anche se qui il travestimento sancisce solo un cambio di età e non di genere) e con la musica – è infatti un film molto musicale, dove si canta e si balla, con la colonna sonora a commentare e dare enfasi ai diversi passaggi emotivi della storia.

 

Il matrimonio della migliore amica

Il meccanismo narrativo è comunque divertente e anche la struttura funziona con il classico triangolo sentimentale a mischiare le carte (il terzo incomodo è Pierpaolo Spollon), la deadline del matrimonio della migliore amica a cui lei, lui e l’altro sono invitati (con la promessa di un finale scoppiettante) e poi il grande mistero sulle motivazioni della separazione iniziale, che cattura la curiosità dello spettatore e la traina per tutto il corso del film.

Proprio a questo ultimo punto però, rimane appeso il grande interrogativo sul perché Stefano non abbia spiegato subito le sue ragioni, lasciando la fidanzata con solo un biglietto, due parole (mi dispiace) e tante domande, che però cadono nel vuoto, non trovando risposta soddisfacente nemmeno nel finale.

Al netto di questo aspetto e di un avvio un po’ lento che, a causa di un lungo setting, ritarda forse di troppo le promesse del trailer, nella seconda parte c’è spazio anche per un invito, interessante, a riflettere su come le proprie relazioni (quelle con la R maiuscola) possono condizionare e determinare l’identità di una persona, con un ultimo atto in tal senso liberatorio.

 

Gabriele Cheli

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