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Downton Abbey

Downton Abbey


TITOLO ORIGINALE: Downton Abbey
REGISTA: Michael Engler
SCENEGGIATORE: Julian Fellowes
PAESE: UK
ANNO: 2019
DURATA: 122'
ATTORI: Hugh Bonneville, Maggie Smith, Elizabeth McGovern, Michelle Dockery, Laura Carmichael
SCENE SENSIBILI: qualche riferimento a relazioni omossessuali
1 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 51 vote, average: 5,00 out of 5

È il 1927 e la vita a Downton Abbey scorre (più o meno) tranquilla come al solito, almeno fino a quando i Crawley non ricevono una lettera da Buckingham Palace, che annuncia loro che re Giorgio, la regina Mary e il loro seguito si fermeranno a Downton per un giorno e una notte durante una visita nello Yorkshire. Naturalmente, la notizia genera il panico. Panico che si trasforma in una vera e propria guerra fredda quando la servitù della casa viene prepotentemente messa da parte dai “real servitori”…

Un “episodio speciale” che non delude

A quattro anni di distanza dalla messa in onda dell’ultimo episodio della pluripremiata serie tv, Downton Abbey torna sugli schermi, e questa volta lo fa con un lungometraggio per il cinema, che si colloca temporalmente due anni dopo gli avvenimenti dell’ultima stagione.
Se l’idea della visita reale, con tutti i problemi e le sfide che comporta, avvicina Downton Abbey a un “episodio speciale” della serie, abbastanza svincolato da essa e godibile, pertanto, anche dai neofiti, è indubbio che il film si rivolga, in primo luogo, proprio ai fan della serie. Al di là della cura maniacale nella ricostruzione di usi, costumi e scenografie, il film ripropone tutte quelle dinamiche che costituivano la vera ossatura della serie. Ecco dunque che lo spettatore assiste quasi con commozione al ritorno dei battibecchi tra lady Violet e la cugina Isobel, ai pasticci del maggiordomo Molesley, tanto solerte quanto imbranato, e ai lunghissimi piani-sequenza ambientati nelle cucine della casa.

I conflitti “normali” di gente come noi

Il film mantiene pressoché inalterati i cardini della serie, e si fa apprezzare soprattutto per la capacità di raccontare, con finezza e riuscendo ad appassionare, la vita e i conflitti “normali” di persone che sentiamo essere come noi: decent people, dice l’autore Julian Fellowes, cioè persone “mediamente buone”, con le loro debolezze, ma sostanzialmente orientate al bene. In questo, la serie si distanziava molto dal cinismo diffuso nella maggior parte delle serie americane.
Se la sostanza viene lasciata pressoché inalterata, qualche passo avanti viene fatto nelle storyline secondarie, mettendo, ad esempio, in scena un nuovo interesse amoroso per Tom Branson (il genero cattolico e irlandese, quindi “diverso”, del conte di Grantham, rimasto vedovo nel corso della terza stagione) e dando un seguito alle vicissitudini di Thomas Barrow, prima cameriere e ora maggiordomo di Downton, alla continua ricerca del proprio posto nel mondo.

Ha senso continuare a lottare per un passato destinato a scomparire?

Al di là delle gag divertenti e delle ottime doti recitative degli interpreti, che tornano a rivestire i panni degli abitanti di Downton come una seconda pelle, il film ha il pregio di basarsi su due temi chiari e molto forti, già presenti nella serie e qui enfatizzati ulteriormente da Fellowes. Il primo tema è quello della precarietà di un certo status sociale e dell’aura quasi mitica che esso emana. Mentre la serie aveva sempre messo in luce i Crawley come le star del paese, al centro dell’attenzione di tutti e riveriti come sovrani, con l’arrivo a Downton dei veri reali, ecco che i protagonisti si trovano a essere declassati a semplici ospiti (e nemmeno troppo di riguardo) in casa loro.Il secondo tema, strettamente connesso al primo e da sempre caro a Fellowes, è quello del cambiamento. Ha senso – come domanda lady Mary a nonna Violet nel finale del film – continuare a lottare e a difendere qualcosa che sembra destinato a scomparire? La risposta, seppure offuscata da un velo di malinconia, è sì. Perché, se il cambiamento è inevitabile e richiede sfide continue, certe cose sopravvivranno sempre. Come le splendide riprese esterne di Downton Abbey non smettono di ricordarci.

Scegliere un film 2020

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