Dora, una ragazzina allegra e avventurosa nata in una famiglia di esploratori, è sempre vissuta in mezzo alla giungla. Divenuta adolescente, viene iscritta in un liceo di Los Angeles, affinché si abitui a stare in mezzo alla gente. Ma quando i suoi genitori spariscono misteriosamente nel corso della loro ultima spedizione alla ricerca della città perduta di Parapata, Dora decide di fare ritorno a casa per ritrovarli, aiutata dal cugino e da due compagni di scuola, e con una banda di perfidi cacciatori di tesori alle calcagna…
La pellicola nasce come adattamento cinematografico in live-action della celebre serie animata targata Nickelodeon Dora l’esploratrice, andata in onda per la prima volta negli Stati Uniti nel 2000. L’obiettivo dichiarato era quello di realizzare un film di genere comico-avventuroso, godibile da tutta la famiglia ma indirizzato soprattutto a quei ragazzini cresciuti insieme a Dora e agli altri personaggi della serie. Da qui la necessità di adattare tutti quegli elementi essenziali nel cartone animato ma non sempre giustificabili all’interno di un film destinato a un pubblico più adulto, nonché il tentativo di inserire alcune tematiche più profonde connesse all’età dei protagonisti e di buona parte degli spettatori. Tra queste troviamo il senso di spaesamento di Dora, che, abituata a vivere nella foresta, viene spedita in città, dove vigono leggi non scritte spesso più dure e pressanti di quelle della giungla, e la solitudine che la protagonista sperimenta per la prima volta proprio a Los Angeles (“Nella giungla non mi ero mia sentita sola, qui invece…”).
Il tentativo di adattare la property a una tecnica, un medium e un pubblico diversi è però anche ciò che determina le maggiori debolezze del film. Una tra tutte: la mancanza di unità. A un set up iniziale, in cui vediamo Dora bambina vivere spensieratamente nella giungla insieme ai genitori e al cugino, segue un lungo segmento ambientato a Los Angeles, che presenta tutte le caratteristiche di una dramedy scolastica, per poi passare al vero nocciolo della storia, ovvero l’avventura di Dora e dei suoi amici in mezzo alla giungla peruviana, che ricalca fedelmente (basti pensare ai tranelli che i nostri eroi devono superare per raggiungere Parapata…) un film di Indiana Jones riadattato in chiave adolescenziale.
Se il film riesce a farsi apprezzare e a suscitare qualche risata anche nei grandi grazie alle numerose citazioni e ai buffi richiami al prodotto originale (per esempio nel momento iniziale, in cui Dora rompe la quarta parete rivolgendosi direttamente al pubblico, oppure nel breve segmento in cui, sotto l’effetto delle spore di un fiore velenoso, i protagonisti si ritrovano all’improvviso “cartoonizzati”), fallisce però proprio nel tentativo di indirizzarsi a un nuovo pubblico, dando vita – almeno nelle intenzioni – a un nuovo franchise. Per gli adulti, infatti, il film finisce per risultare eccessivamente infantile e poco interessante, mentre i teenagers si sentiranno irrimediabilmente distanti (e forse anche un po’ presi in giro) da una protagonista tanto ottimista da risultare fastidiosa, che non vive mai un momento di vera crisi o di sconforto ma tende a sdrammatizzare tutto con una canzoncina o uno slogan.
Insomma, quello che manca è sicuramente un approfondimento psicologico dei personaggi e della protagonista in particolare, oltre a quella punta di sana tensione drammatica necessaria a rendere Dora e le situazioni in cui si trova catapultata “vere” agli occhi del pubblico.
Scegliere un film 2020
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