John Dolittle, ex medico prodigioso e avventuriero, dopo la morte dell’amata moglie Lily ha tagliato ogni rapporto umano e si è ritirato a vivere nella sua splendida villa, in compagnia di un variegato gruppo di animali con cui è in grado di comunicare. Ma quando la regina di Inghilterra, gravemente ammalata, chiede il suo aiuto per portarle il leggendario fiore dell’albero dell’Eden (il solo che può salvarla), Dolittle – con l’aiuto dei suoi amici animali e del giovane Stubbins, un ragazzino fuggito da una famiglia di cacciatori – deve fare pace con il passato e rimettere piede nel mondo…
Robert Downey Jr. porta in scena un personaggio che gli è congeniale, a metà strada tra genio e follia, che alterna momenti di acume e lucidità ad altri in cui si abbandona completamente alla gigioneria, tra smorfie, piroette e movimenti quasi clowneschi. Dolittle è un eroe che mescola reminiscenze dei suoi ruoli più famosi (in primis Tony Stark e Sherlock Holmes) a una certa ribalderia piratesca alla Jack Sparrow.
Pur non trattandosi di una delle sue interpretazioni più memorabili, il personaggio di Robert Downey Jr. funziona, ma non basta a risollevare un film piuttosto mediocre. La trama – che mette in scena una nuova avventura per il medico misantropo creato nel 1920 da Hugh Lofting – è molto prevedibile, priva di particolari guizzi di originalità.
Essendo pensato per un pubblico famigliare, il film potrebbe anche funzionare, almeno sulla carta. Peccato che ci si sia concentrati troppo sulle gag (piuttosto scontate e, in certi casi, anche un po’ triviali e infantili) e sugli effetti speciali e poco, invece, sulla costruzione dei personaggi. Al di là di Dolittle, in cui una certa superficialità nella scrittura è compensata dalle sue straordinarie doti nel parlare con gli animali, gli altri personaggi “umani” non hanno alcun tratto distintivo che li renda vivi e memorabili.
Un po’ meglio va invece agli animali, sulla cui resa in computer graphic si è concentrato gran parte dello sforzo produttivo e che risultano, quantomeno, abbastanza simpatici da strappare qualche risata. Anche in questo caso – come in molti altri film usciti di recente (come, ad esempio, Il libro della giungla e Il re leone targati Disney) – veder parlare animali molto realistici con voci umane produce un effetto un po’ straniante. Molti apprezzamenti ha suscitato il lavoro di doppiaggio in lingua originale, che si è avvalso della collaborazione di attori del calibro di Emma Thompson (che interpreta il pappagallo Polynesia) e di Ralph Fiennes (la tigre Barry). Un valore aggiunto che è andato perdendosi nella versione italiana.
Tutto sommato, Dolittle rimane un prodotto di puro intrattenimento adatto a un pubblico di bambini (che apprezzeranno la grande varietà di animali messi in scena e la raffica di battute e gag a tema “corporeo”), mentre piacerà decisamente meno agli adulti.
Scegliere un film 2020
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