Parigi, fine Ottocento. Edmond Rostand, giovane drammaturgo e talentuoso poeta, è reduce dall’insuccesso della sua ultima pièce e si trova praticamente sul lastrico. Quando ottiene un incontro con il divo Constant Couquelin, in declino e in difficoltà economiche, gli viene offerta una possibilità: l’attore gli commissiona una commedia eroica in versi per rilanciare la sua popolarità. Edmond non ha nulla in mano e ha solo tre settimane per scrivere quello che diverrà un capolavoro: il Cyrano de Bergerac.
Adattamento di una pièce di successo del 2016, scritta dallo stesso Alexis Michalik, regista del film, Cyrano, mon amour (in originale semplicemente Edmond), mette in scena la genesi di una delle opere più conosciute e di successo della storia del teatro francese.
Il giovane Rostand, poeta di talento ma poco fortunato, con una famiglia da mantenere nella città più costosa del mondo, ha l’occasione di scrivere una commedia per uno degli attori più conosciuti di Parigi. Ha solo tre settimane e nessuna idea, tranne un titolo: Cyrano de Bergerac. A salvarlo dal “terrore della pagina bianca” è ciò che gli accade intorno, a partire dall’innamoramento del suo amico Léo, attore bello ma poco eloquente, per una costumista, Jeanne, appassionata di poesia e ammiratrice dei versi di Rostand. Per aiutarlo a conquistarla, Edmond si improvvisa per lui suggeritore di poesie e da qui prende l’avvio la famosa storia di Cyrano. È infatti grazie al segreto scambio epistolare con la bella costumista, che diviene la musa di Edmond, che si dipana pian piano la trama della commedia, scritta e provata contemporaneamente dalla sgangherata compagnia teatrale messa in piedi da Coquelin.
E mentre la storia della finzione prende vita, la realtà di Edmond si complica, tra la crisi con la moglie, che si sente tradita dal non essere lei la musa, l’amicizia con Léo, a cui Edmond nasconde il carteggio con Jeanne, e l’ammirazione di Jeanne per Edmond, che viene scambiata ambiguamente per altro. Il tutto però si chiarisce quando Edmond comprende la natura di quel che sta scrivendo. Cyrano trascende e sublima la realtà di partenza, è tutto quello che Edmond non sarà mai: il coraggio, l’ironia, l’eroismo, l’amore. Ma sarà poi proprio attraverso il racconto dell’eroe che ognuno dei personaggi tornerà alla propria realtà con una nuova consapevolezza, e tutto quello che era in crisi ritroverà il proprio ordine.
La costruzione del noto capolavoro è raccontata attraverso una commedia divertente, con un buon ritmo e una cura dello stile linguistico, capace di far assaporare l’abilità del protagonista con la poesia. La vita di Edmond, preso dai capricci di eccentrici produttori e attori, dalle difficoltà con la moglie, dal carteggio romantico con Jeanne e dai momenti di “blocco dello scrittore”, si alterna con lo svolgimento delle prove, fino alla messa in scena della prima, il 28 dicembre 1897, dove teatro e vita si fondono a tal punto che nella nota scena finale del Cyrano il palco sparisce per lasciare spazio ad un vero convento e ad una piena immedesimazione, come fosse la scena di un film.
Sorprende poi la cura nell’ambientazione, la Parigi di fine Ottocento, dove tra l’altro il teatro popolare si trova a fare i conti con la neonata invenzione del cinema, e i primi spettacoli dei fratelli Lumière. E se quell’invenzione già era vista come il preludio della fine per il teatro, il Cyrano de Bergerac, come suggerisce la voce narrante, ha travalicato l’istante di quella rappresentazione del 1897 per giungere fino a noi, attraverso innumerevoli rappresentazioni, con una storia universale, fatta di valori umani che trascendono i creatori per dare qualcosa al pubblico, alla realtà degli spettatori, ieri come oggi.