L’agente dell’F.B.I. Sarah Ashburn non è ben vista dai suoi colleghi maschi, che sono intimiditi dalla sua bravura professionale e mal tollerano la sua arroganza. Costretta a dimostrare continuamente il proprio valore, in un ambiente composto quasi esclusivamente da uomini, viene messa alla prova dal suo capo, che non si è ancora convinto a concederle la promozione: se catturerà il signore della droga di Boston che stanno cercando, otterrà il posto che desidera. La donna lascia così New York e parte per la nuova città, dove le viene affiancata Shannon Mullins, un’agente della polizia locale che non rispetta le regole. Sarah capirà ben presto che per ottenere la promozione ha bisogno dell’aiuto della collega e dei suoi modi “poco ortodossi”…
Le protagoniste di questa pellicola non potrebbero essere più diverse: Sarah (Sandra Bullock) è perfettina, ingessata, saccente e schizzinosa. Cresciuta in una casa-famiglia, dopo essere stata sposata per sei anni ha deciso di sacrificare il proprio matrimonio per seguire a tempo pieno il lavoro. Per questo è una donna sola e senza amici, che trova conforto nella compagnia del gatto della vicina. Shannon (Melissa McCarthy) è l’opposto (anche per stazza fisica): è volgare nel parlare, beve come un uomo, usa modi violenti e intimidatori per farsi rispettare sul lavoro e vive in precarie condizioni igieniche. Nonostante l’apparenza, le due donne sono molto simili. Anche Shannon, infatti, è sola quanto Sarah e ha sacrificato gli affetti per il lavoro: la sua famiglia non le parla più da quando ha fatto arrestare il suo stesso fratello. Si può capire quindi come le due siano l’una la spalla perfetta e complementare dell’altra, sull’esempio di coppie comiche ben più famose come Stanlio e Ollio, versione poliziotti.
Corpi da reato, che ha ottenuto un buon successo al botteghino americano, risponde al genere del buddy moviepoliziesco, femminile e sguaiato. Il film è pieno di volgarità gratuite ed eccessive e non è quindi adatto a una visione famigliare. Solo con il procedere della storia riesce a far ridere, senza ricorrere forzatamente al turpiloquio estremo, ma puntando sull’alchimia tra le due donne.
La sceneggiatrice Katie Dippold è al suo primo lungometraggio per il cinema, mentre Paul Feig è lo stesso regista de Le amiche della sposa, film che valse la nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista proprio a Melissa McCarthy.
Nel film la commedia prevale sull’indagine poliziesca, ma non manca una piccola polemica verso la sufficienza con cui spesso vengono trattate le donne in divisa. Sarah e Shannon hanno scelto di affrontare lo spinoso problema in modo diverso: l’una servendosi della propria paziente femminilità per estorcere, con l’arte della cordialità, le confessioni da parte dei criminali; l’altra comportandosi come il più violento degli uomini. La mascolinità di Shannon, in realtà, non è altro che un modo di difendersi da un ambiente di lavoro nel quale i colleghi la considerano una disturbata mentale. La trama di detection si snoda seguendo l’arco del rapporto tra le due: dagli inevitabili scontri iniziali, date le divergenze di carattere, alla complicità che si crea per la condivisione della stessa operazione, fino all’amicizia vera e propria, nella quale ciascuna, inconsapevolmente, impara qualcosa dall’altra, non solo a livello professionale, ma anche umano. La parte migliore del film risiede quindi nella storia di amicizia e di stima che si crea tra le due poliziotte, e nell’ottima interpretazione di entrambe le attrici.
Se Corpi da reato non fosse così pieno di volgarità verbali, in molti punti sarebbe addirittura un film spassoso. Peccato davvero.
Scegliere un film 2014
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