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Captain Fantastic


TITOLO ORIGINALE: Captain Fantastic
REGISTA: Matt Ross
SCENEGGIATORE: Matt Ross
PAESE: Usa
ANNO: 2016
DURATA: 119'
ATTORI: Viggo Mortensen, Frank Langella, George MacKay.
SCENE SENSIBILI: una breve immagine di nudo.
1 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 51 vote, average: 2,00 out of 5

Ben vive con i suoi sei figli, fra i sette e i diciassette anni, e con la moglie gravemente malata (ha una forma grave di depressione) nelle foreste dello Stato di Washington, nella punta nord occidentale degli Stati Uniti. Istruisce i figli in modo serio, tanto sul piano intellettuale, seguendo una filosofia anticapitalistica e ugualitaria, quanto su quello fisico: i figli, maschi e femmine senza distinzione, sono allenati a cacciare e a usare le armi. Quando viene informato che la moglie si è suicidata, Ben decide – nonostante l’opposizione del suocero, che non approva le sue scelte di vita – di andare al funerale e lì si oppone alla decisione di un funerale cristiano e alla scelta di seppellire la moglie nel cimitero, allegando il testamento di lei, che si dichiarava buddista e aveva chiesto di essere cremata. Il conflitto con i parenti esplode.

Grandi aspettative disilluse

Presentato a diversi festival, dove ha sollevato grandi interessi e diversi consensi, Captain Fantastic appare purtroppo una promessa non mantenuta. Il setting era suggestivo, con echi che vanno da Into the Wild a Hunger Games, fino a Little Miss Sunshine, rispetto a cui questo film è però davvero inferiore.
I temi messi sul tavolo erano importanti. Per esempio quanto davvero funziona il sistema scolastico ed educativo americano se un bambino di sette anni ne sa molto di più – in alcune questioni fondamentali che riguardano la democrazia e i diritti umani – di adolescenti “integrati” nel sistema, ma evidentemente superficiali e presi da videogiochi e altre sciocchezze… Quanto la società è guidata dai comandamenti del consumismo e delle grandi corporation che riescono a orientare la gente comune… I figli di Ben, invece, passano le serate intorno al fuoco a leggere classici della letteratura come I fratelli Karamazov o Middlemarch, oppure trattati scientifici…

Una critica superficiale all’anticapitalismo e all’imperialismo americano

Peccato però che la storia scritta e diretta da Ross, un attore di esperienza qui al suo secondo film come regista, non vada a fondo su questi temi, esplorandoli davvero e innescando un confronto serio e credibile con antagonisti degni di questo nome, che qui sono invece presentati semplicemente come ottusi rappresentanti di istituzioni cieche. Di grande superficialità anche la critica alla religione cristiana, vista qui solamente nella sua dimensione per così dire “istituzionale” e su cui la domanda su di una sua possibile verità non è mai posta seriamente (in compenso, il padre incita i figli ad avere ogni pregiudizio possibile sui cristiani in quanto tali).
La famiglia di Ben invece del Natale festeggia il “giorno di Noam Chomsky”, opinion leader che in ambito accademico si è fatto conoscere come linguista, ma che da qualche decennio è una delle guide intellettuali – con posizioni comunque interessanti su cui confrontarsi – dell’anticapitalismo e della critica all’imperialismo americano.

Un confronto che non riesce a concretizzarsi

Diversi critici hanno notato che il finale è debole e che viene percepito come edulcorato: il motivo, a nostro parere, è proprio che il film non innesca un vero confronto sulle questioni che mette a tema, lasciando un finale immotivato proprio perché non emerge dalla storia una reale domanda di verità, bensì solo la sottolineatura della eccezionalità irriducibile delle scelte di Ben e del suo senso di protezione verso i propri figli; insomma, la riaffermazione della coesione istintiva di una sorta di tribù che attraversa la civiltà contemporanea. Eppure alcuni indizi seminati dalla trama lasciavano, a leggerli bene, una domanda ben più profonda su quanto tutto questo potrebbe davvero durare e con quali risultati.

Armando Fumagalli

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