Quella di Jared è la classica famiglia americana dell’Arkansas. Suo padre ha una concessionaria di auto ed è il pastore della comunità battista della sua città e sua madre ne è la compagna devota. Entrambi sperano invano che la relazione con la fidanzatina del liceo diventi qualcosa di serio, ma Jared – una volta iniziato il college – non riesce più a mentire a se stesso e ai genitori e rivela di essere omosessuale. Diviso tra il desiderio di non deludere i propri cari e le domande sulla propria sessualità, Jared accetta di partecipare a un programma intensivo chiamato “Love in Action” che offre un percorso di rieducazione all’eterosessualità. Jared si ritrova così in una sorta di campus con altri ragazzi e ragazze sottoposti ad esercizi quotidiani che intendono rimodellarne la mascolinità e femminilità. Con il passare dei giorni Jared percepisce un disagio sempre maggiore di fronte alle tecniche utilizzate dai tutor e si troverà davanti a una scelta…
Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico, Boy Erased racconta la realtà dei centri di riorientamento sessuale, ancora oggi presenti in America e non solo. La storia affronta un tema straordinariamente attuale come il rapporto tra fede e sessualità ma, nonostante la materia scottante, il regista Joel Edgerton (che è anche produttore e sceneggiatore del film, nonché interprete dell’antagonista principale) riesce a mantenere un tono abbastanza equilibrato e che scade in un approccio scandalistico solamente in una sequenza.
In una storia di questo genere, il conflitto è chiaro fin dalle prime scene: per Jared, più ancora che un conflitto tra l’educazione religiosa ricevuta e l’accettazione della propria omosessualità, si tratta di uno scontro con il padre. Tuttavia, è proprio qui che il film presenta i primi limiti. La sceneggiatura propone un salto cronologico in avanti di quattro anni proprio nel momento in cui lo spettatore si aspetterebbe l’esplosione di quel conflitto che è fondamentale per la crescita del protagonista. L’autore, così, compie un autogol clamoroso, depotenziando l’elemento narrativo cardine della storia e relegando il confronto tra padre e figlio ad una scena finale che sa di contentino. Ne risente, soprattutto, la figura del padre – interpretato da Russell Crowe – che, di fatto, scompare a favore del personaggio della madre, portato in scena da Nicole Kidman.
È lei ad avere le migliori battute ed è con lei che vediamo maggiormente interagire Jared. A questo si aggiungono degli antagonisti – come il capo del programma di “riabilitazione” – piuttosto scarsi, che non risultano né particolarmente malvagi né carismatici. Boy Erased, in sostanza, appare un altro esempio di film in cui l’ambizione di un attore (in questo caso Joel Edgerton), che vuol essere allo stesso tempo interprete, produttore, sceneggiatore e regista, finisce per minare le possibilità di riuscita di un concept interessante.
Scegliere un film 2019
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