Poco dopo la seconda guerra mondiale in Calabria, lontano dalla città, arroccato nelle montagne c’è Africo, un paesino dimenticato da tutti, tranne dai suoi abitanti
1951. Tra le montagne di Aspromonte c’è un paesino Africo, abitato da famiglie e da uomini che vivono lontano dalla città. Non hanno una strada che li collega ai servizi primari necessari, come quello di un centro medico. Aspromonte – La terra degli ultimi è il film che segna il ritorno al lungometraggio di finzione del documentarista Mimmo Calopresti, che aveva girato opere necessarie come La seconda volta. Ispirata a Via dall’Aspromonte, il romanzo di Pietro Criaco, la storia ricorda quanto è stato faticoso il cammino dei paesini del Sud Italia per costruire la propria identità sociale e comunitaria dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Africo è una terra di famiglie, contadini e artigiani. I bambini non sentono il peso del lavoro nei campi o l’assenza di un’istruzione. E perciò la presenza di un’insegnante potrebbe sembrare quasi inutile. E quando dal Nord Italia arriva Marina (Valeria Bruni Tedeschi interpreta un personaggio ispirato al patriota Umberto Zanotti Bianco), che cavalca un asino, il paese è deserto: tutti sono scesi in città a reclamare, presso il Comune, i lavori per la realizzazione di una strada. Si sentono trattati come bestie, non come uomini e non riescono più a sopportare l’arroganza violenta di don Totò (Sergio Rubini) che utilizza la pistola per acquistare credibilità e attenzione.
L’unico uomo che Marina incontra è Ciccio Italia, detto ‘U Poeta (Marcello Fonte, che ha vinto la Palma d’Oro con Dogman), che scrive versi e contempla le montagne.
Ma qualcosa sembra cambiare: la scuola ha inizio, i bambini popolano le classi e imparano a scrivere, ma anche a conoscere cosa nel mondo è possibile vedere e realizzare.
Una notte, però, la morte di una giovane madre scatena ulteriore rabbia nella popolazione. L’assenza di un medico e le complicazioni della gravidanza hanno avuto conseguenze nefaste. Gli abitanti non si piegano all’assenza delle autorità locali e nel paesino si scatena una piccola rivoluzione resiliente, non violenta: uomini e bambini decidono di costruire da soli la strada, i giornalisti arrivano, ma non tutto sembra trovare una soluzione.
Presentato al Festival di Taormina a giugno 2019, Aspromonte – La terra degli ultimi è un film pieno di idee, capace di raccontare quelle persone, ovvero “gli ultimi” che fanno fatica a vivere e a sopravvivere ma che, a differenza dei cinici, sanno cosa significa l’importanza della dignità, della lealtà e della fedeltà.
Certo la sceneggiatura rischia spesso (anche se a firmarla è Monica Zapelli, l’autrice de I Cento Passi), di raccontare tutto e di cadere, conseguentemente, nell’inganno della didascalia; inganno rimarcato anche per la troppa insistenza e presenza della musica firmata da Nicola Piovani (premio Oscar per La vita è bella).
Salva tutto una regia sicura e un cast professionale (tra i protagonisti Marco Leonardi, protagonista di Nuovo Cinema Paradiso) e la volontà di raccontare una storia diversa dalle solite storie italiane, che sicuramente avrà più successo e attenzione in un palinsesto televisivo.
Scegliere un film 2020
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