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Aspirante vedovo


TITOLO ORIGINALE: Aspirante vedovo
REGISTA: Massimo Venier
SCENEGGIATORE: Ugo Chiti, Massimo Pellegrini, Massimo Venier da un soggetto di Rodolfo Sonego, Fabio Carpi, Dino Risi
PAESE: Italia
ANNO: 2013
DURATA: 84'
ATTORI: Fabio De Luigi, Luciana Littizzetto, Alessandro Besentini, Francesco Brandi, Clizia Fornasier
SCENE SENSIBILI: turpiloquio
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Alberto Nardi è un imprenditore fallimentare, sposato con una milionaria lombarda, Susanna Almiraghi, che non fa che disprezzarlo e umiliarlo per la sua incapacità. L’uomo vuole convincerla a finanziare i suoi progetti, ma la donna sembra non prendere seriamente in considerazione il suo lavoro. Il loro amore è finito da tempo: Alberto ha un’amante, mentre Susanna non vuole la separazione dal marito solo perché si considera una donna vincente e non può ammettere l’insuccesso del proprio matrimonio. Quando la donna rimane vittima di un incidente aereo, Alberto si ritrova con un grande capitale tra le mani, salvo poi scoprire che Susanna non ha mai preso quel volo ed è viva e vegeta. Da quel momento, il desiderio di diventare vedovo inizia a ossessionarlo, e l’uomo medita di “eliminare” la moglie.

Una commedia che non fa ridere

Non si sa se il titolo, Aspirante vedovo, sia una dichiarazione di inadeguatezza al modello, che è Il vedovo di Dino Risi, ma certo il film di Massimo Venier si mantiene molto distante dall’originale del 1959. La delusione non sta tanto nel confronto con il film di Risi, non necessario per una valutazione della pellicola, quanto nelle aspettative legate al genere e in una certa misura disattese. Aspirante vedovo si presenta infatti come una commedia, ma riesce a strappare solo qualche sorriso. 

Susanna (Luciana Littizzetto) è colei che “porta i pantaloni” nella coppia: molto ricca, in carriera, non perde occasione di umiliare il consorte (Fabio De Luigi), non solo tra le quattro mura domestiche, ma pubblicamente e con chiunque. Alberto si direbbe abbia dei buoni motivi per non sopportarla e di certo non sente la sua mancanza quando questa viene data per morta, anzi. Lei sogna cinicamente e senza pietà di fare affogare il marito nei suoi debiti, mentre lui sogna a sua volta di diventare vedovo come, per ventiquattro ore, ha creduto davvero di essere. Così pensa al delitto perfetto, con l’aiuto dei suoi fedeli collaboratori… 

Quel che manca è un po’ di ritmo

Le premesse per un film divertente ci sarebbero tutte: una buona sceneggiatura di partenza, attori che di mestiere fanno i comici (la spalla di De Luigi è “Ale” Besentini di Ale e Franz) e un regista che con la commedia, in passato, ha ottenuto ottimi risultati. Eppure il film non decolla, le risate si fanno attendere e il ritmo è frenato. Aspirante vedovo è una commedia nera che rimane monocorde, con personaggi carenti di appeal sullo spettatore, e ambienti e atmosfere volutamente cupi. 

I personaggi di Risi, interpretati da Alberto Sordi e Franca Valeri, riuscivano a trasformare, sullo schermo, una relazione coniugale problematica in motivo di risata e di battibecchi verbali brillanti e divertenti. La pellicola di Venier, invece, manca di progressione e gag, e non basta la cura della messa in scena e della direzione degli attori a dare quella spinta in più.

L’attualizzazione rispetto al film con Alberto Sordi sta nella rappresentazione della società di oggi, descritta con sguardo cinico e impietoso: crisi economica, evasori, giovani amanti opportuniste, partiti politici per gente poco perbene e un religioso dalla moralità più che discutibile, rappresentato in modo volutamente farsesco (con un’inversione paradossale, in questo mondo cinico, il prelato arriva addirittura a incoraggiare Susanna al divorzio). 

Il finale non restituisce neanche all’ultimo dignità al protagonista maschile, e lascia lo spettatore con un retrogusto amaro.

Scegliere un film 2014

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