Kitty è l’amica immaginaria di Anna Frank. Si risveglia nel 2020, 75 anni dopo la sua morte, nel museo dedicato ad Anna Frank. Il presente si mescola al passato, la storia entra con il suo dolore delicato tra le piaghe dei giorni nostri. Agli occhi di tutti Kitty è solo una ladra del diario famoso, ma grazie a Peter, il ragazzo che incontra, la verità per lei e per il mondo sulla vera eredità della giovane ebrea viene piano piano a galla.
Anna Frank, un diario segreto diventato il diario più letto da oltre 70 anni. Quando nel 1945 la giovane scrittrice olandese viene uccisa nel campo di concentramento di Bergen-Belsen non avrebbe immaginato che suo padre Otto, l’unico sopravvissuto della famiglia, avrebbe ritrovato il suo diario e lo avrebbe fatto pubblicare. E poi che ci sarebbero stati fondazioni, musei, spettacoli teatrali, film televisivi e cinematografici a ricordare quegli orrori vissuti dal punto di vista di un bambino.
75 anni dopo Ari Folman, che aveva raccontato la guerra in Libano con il bellissimo Valzer con Bashir (vincitore del Golden Globe e candidato all’Oscar), racconta la storia di Anna Frank con una graphic novel e un film d’animazione per le famiglie. E lo fa da un punto di vista originale, quello di Kitty (l’amica immaginaria alla quale Anna Frank si rivolgeva nel suo diario) che prende vita improvvisamente nel 2020, nel museo olandese dedicato alla giovane scrittrice ebrea.
Anna Frank è una giovane adolescente. I suoi primi amori, le sue fantasie, i suoi desideri, le sue paure si innestano nella vita presente e piano piano lasciano spazio alla fuga, alla messa al bando degli ebrei, alla vita dei campi di concentramento quando la sua famiglia viene deportata.
Tra passato e presente Anna Frank e il diario segreto è un viaggio intriso di speranza e scoperta. Kitty, già famosa ad Amsterdam come la ladra del diario, incontra il giovane Peter che organizza, insieme ad altri amici, i pasti in un quartiere popolato da immigrati clandestini. Anche lui è conosciuto dalla polizia per un furto (l’unico) in un supermercato.
Kitty ancora non sa di essere nel 2020: veste con abiti degli anni ’40 che sono ancora quelli che indossava quando era chiusa dentro la casa Frank o dentro il rifugio clandestino.
Kitty, che non ha mai girato per le strade con Anna, continua a cercare la sua amica per tutta la città e capisce che qualcosa è cambiato. Il nome Anna Frank è dappertutto, in musei, teatri, scuole. Perfino in una statua di un laghetto ghiacciato. La verità la scopre per puro caso, quando in una biblioteca trova tutti i libri dedicati ad Anna Frank e la bibliotecaria le regala il libro scritto da Otto, il padre di Anne.
“Fate tutto quello che potete anche per proteggere una sola persona”: Kitty inseguita dalla polizia e conosciuta anche dalla popolazione perché ha rubato (apparentemente il diario) sa che questa può essere l’unica eredità della sua amica.
In questo film il mondo contemporaneo è chiamato a guardare il passato e a trasformare il presente.
Il male non può annientarsi né annientare il bene ma quello che si può fare è guardare il bene e non lasciare che rimanga tutto conservato in una teca, come il diario di Anna Frank. Le sue parole lasciano il segno ancora e ci ricordano che il futuro personale e collettivo si deve costruire coltivando il seme piantato nel dolore.
Anna Frank e il diario segreto si distingue da tutti i film realizzati fino ad adesso perché è un’animazione universale che costruisce un ponte visibile e invisibile tra il ventesimo secolo e i giorni nostri.
Emanuela Genovese
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