Animali fantastici – i crimini di Grindelwald

1927. Grindelwald evade durante il trasferimento da New York a Londra. I suoi sostenitori sono chiamati a raccolta per mettere in pratica la loro ideologia: sottomettere i non maghi per l’affermazione definitiva dei maghi. Il primo obiettivo è trovare Credence, il ragazzo orfano dotato di un incontrollabile potere oscuro, che è ora alla ricerca delle sue origini. Sulle sue tracce ci sono anche diversi esponenti dei ministeri della magia e persino Albus Silente, della scuola di Hogwarts, che invia uno dei suoi ex studenti, Newt Scamander, il noto magizoologo, alla ricerca del ragazzo, il cui misterioso passato potrebbe essere determinante per il destino del mondo magico.

Il secondo capitolo dello spin-off di Harry Potter

I crimini di Grindelwald è il secondo degli spin-off della saga di Harry Potter, Animali fantastici, nati dalla penna di J.K. Rowling, ora nel ruolo di sceneggiatrice. Nel precedente episodio Scamander, in visita a New York, con l’aiuto di Tina, impiegata del ministero magico americano, smaschera la copertura di Grindelwald, colpevole di crimini contro i non maghi, permettendo la sua cattura.
Nel nuovo capitolo ci si sposta in Europa e, per il piacere dei più affezionati alla saga originale, ritroviamo ambientazioni note, come la scuola di Hogwarts, e personaggi amati, tra cui un giovane Albus Silente.
La fuga di Grindelwald mette in allarme il mondo magico e i personaggi sono costretti a schierarsi tra chi decide di seguire il mago oscuro, chi vorrebbe una dura repressione dei suoi seguaci e chi invece sceglie una lotta più cauta. Tra questi ultimi Silente che, a causa di un vecchio voto, non può combattere direttamente Grindelwald, con il quale ha avuto in passato un forte legame. Silente manda avanti Scamander e lo invia a Parigi, principale terreno di scontro di questo capitolo. Newt inizialmente non vuole essere coinvolto ma la notizia della presenza a Parigi di Tina, anche lei alla ricerca di Credence, lo spinge a partire.

Un bel contenitore per delle storie superficiali

Questo episodio porta il racconto su toni più cupi, con uno scontro fra due modi di concepire l’esistenza dei maghi e la richiesta di scegliere da che parte stare: chi crede in una superiorità della “razza” magica e in una sua affermazione definitiva e chi invece vuole preservare le diversità e tenere nascosto il mondo magico ai non maghi. Le ragioni dei vari personaggi tuttavia non sono davvero approfondite. Alla questione centrale del film si intrecciano poi numerose linee narrative senza un vero affondo e si rischia di lasciare lo spettatore confuso, tanto che si rendono necessarie lunghe spiegazioni per portare avanti alcune svolte. Ma il problema più grande è il protagonista Scamander, che resta nell’ombra. La sua posizione non è definita e non si ha davvero una crescita dall’iniziale neutralità alla decisione di combattere. Dei suoi animali fantastici, che danno il titolo alla saga, si vede in fondo molto poco. I rapporti con gli altri personaggi sono confusi: dal difficile confronto con il fratello, Theseus, alla vecchia fiamma dei tempi della scuola, Leta Lestrange. E i compagni d’avventura americani non trovano vero spazio: con Tina si accenna appena un comico coinvolgimento sentimentale. Nulla ci viene detto poi della preferenza di Silente per il magizoologo.
Le affascinanti ambientazioni del mondo magico degli anni ’20 rischiano così di far solo da bel contenitore. Si ha l’impressione che ci si accomodi un po’ troppo sulla natura di episodio di passaggio, seminando in modo superficiale rapporti e trame che potevano avere già ora sviluppi interessanti, soprattutto per la messa in gioco di tematiche, come il rapporto con il diverso, che avrebbero da dire qualcosa anche al nostro mondo reale.

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