È quasi Natale a Rocca di Mezzo Sicula e il solerte padre Valentino sta preparando con estrema cura il tradizionale presepe vivente che da anni anima la vita del suo piccolo paese nei giorni precedenti la festa. Si aprono i casting per i figuranti, ma il sacerdote fatica a trovare un San Giuseppe all’altezza… finché non si presenta Salvo, che con la sua appassionata audizione ottiene la parte. Quello che padre Valentino non sa, però, è che Salvo è un ladro di reliquie e intende rubare l’antica statua di Gesù Bambino che la parrocchia custodisce dal XV secolo. Colto con le mani nel sacco proprio dal prete, il delinquente tenta di darsi alla fuga, ma nel rocambolesco inseguimento – complice una bambina misteriosa, apparsa dal nulla sotto la pioggia – Salvo e Valentino varcano lo spazio e il tempo, ritrovandosi improvvisamente nella Palestina dell’anno zero. Toccherà proprio a loro mandare all’aria i piani di re Erode e salvare la Sacra Famiglia…
Il duo Ficarra e Picone torna a cimentarsi con il cinema, scegliendo di portare sul grande schermo la storia natalizia per eccellenza: con un certo dispendio in effetti speciali, la longeva coppia comica ambienta quasi l’intero film all’epoca della nascita di Gesù Bambino e sviluppa la trama proprio intorno alla Natività.
L’idea di partenza è sicuramente ambiziosa e originale, anche perché in Italia di film di Natale che parlino effettivamente del Natale non se ne vedevano da un pezzo. Inoltre, la contrapposizione tra i caratteri diametralmente opposti dei due protagonisti offre una serie di spunti interessanti; lo scontro tra padre Valentino e il ladro Salvo non è solo quello tra un religioso e un fervido non credente, ma anche tra un uomo che è abituato ad aspettare che la soluzione gli arrivi dal cielo, e uno che non ha paura di sporcarsi le mani. I due affrontano nel corso della loro bizzarra avventura una serie di scelte che li mettono di fronte ai loro difetti: non sempre riescono a superarli, facendo la cosa giusta, ma passo dopo passo entrambi scoprono di avere qualcosa da imparare l’uno dall’altro. Quello che manca, però, è proprio un approfondimento sulle ragioni che, alla fine, spingono Valentino e Salvo a cambiare. Un peccato, perché fare commedia non significa necessariamente rimanere in superficie.
Non si possono non notare, inoltre, alcune debolezze nello sviluppo della trama che, soprattutto nella parte centrale si perde in alcune parentesi poco riuscite (quella dei rivoluzionari zeloti, su tutte) e rende molto più rallentato tutto il racconto. Se il tono, poi, è volutamente fiabesco fin dall’inizio, è anche vero che in certi punti lo spettatore deve fare uno sforzo titanico per non porsi domande sugli elementi “magici” del film, a cui non viene data alcuna spiegazione.
Nonostante qualche carenza nella sceneggiatura, Il primo Natale rimane tuttavia un film piacevole da guardare in famiglia, e che con l’affiatamento tra i due attori siciliani e la loro comicità mai volgare gioca le sue carte migliori.
Scegliere un film 2020
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