Aldo, pigro cronico e fan sfegatato di Massimo Ranieri, ha deciso di non badare a spese e di regalare a moglie e figli una vacanza estiva “borghese”. Giovanni porta la moglie e la figlia in Puglia, ma sta per chiudere il negozio di calzature, dove ormai entrano pochi clienti. Giacomo è un dentista di successo, con una moglie infelice e un figliastro preadolescente che rifiuta la sua autorità ed è sempre attaccato al suo ipad. Peccato che le tre famiglie, per un errore abbiano prenotato la stessa villa e che – inizialmente solo per una notte o due, ma poi la cosa diventa permanente- debbano convivere condividendo gli spazi…
Parte da uno spunto non proprio plausibile il nuovo film del trio milanese, ma glielo perdoniamo perché se si chiude un occhio sull’improbabilità di questa convivenza forzata, il mix di personaggi, incontri e situazioni genera storie interessanti e la comicità dei bei tempi. Non a caso Aldo, Giovanni e Giacomo per risalire da una china che era stata discendente nelle ultime prove cinematografiche (un po’ di stanchezza, un po’ di usura…?) tornano all’antico e rimettono al lavoro il loro sceneggiatore e regista dei primi film, Massimo Venier, che aveva dato prove interessanti (Generazione mille euro, Il giorno in più, Aspirante vedovo) dopo essersi staccato dal trio (l’ultimo film con loro era stato Tu la conosci Claudia?). Venier ha arruolato come co-sceneggiatori Michele Pellegrini e un quasi giovane ormai sperimentato come Davide Lantieri (Dieci inverni, Piuma, I delitti del BarLume, 18 regali). Il risultato, se non fa gridare al capolavoro, è senz’altro un ritorno a una qualità più alta, e lo dimostrano anche gli incassi di nuovo molto buoni, pur presto asciugati dalla chiusura dei cinema per il coronavirus a film ancora nelle sale.
C’è una buona caratterizzazione dei personaggi, ciascuno con i suoi problemi esistenziali e le sue maturazioni da compiere. Aldo, pigro e fannullone, sembra che abbia qualcosa da nascondere alla moglie, stupita per questa vacanza inaspettata (cosa avrà mai da farsi perdonare?); il pignolo Giovanni ha portato il suo negozio sull’orlo del fallimento e moglie e figlia all’esasperazione, mentre dietro ai soldi e al successo del dentista Giacomo c’è qualche scheletro (professionale) nell’armadio e una situazione familiare molto tesa. C’è anche una buona presenza di personaggi femminili, c’è quel mix di allegria cameratesca velata dalla nostalgia, che erano state le componenti sottili e ben equilibrate dei primi film. C’è anche, in Odio l’estate, una cura della messa in scena e della recitazione, che è un marchio di fabbrica del meticoloso Venier: per es. anche i due giovani attori che interpretano i giovani che si innamorano, Sabrina Martina e Davide Calgaro, offrono un’ottima prova, anche se in una story line che cade nella idea purtroppo assai comune che sia normale coronare con una esperienza sessuale i primi timidi approcci amorosi fra adolescenti…
E c’è, infine, il colpo di scena “forte” che riguarda uno dei personaggi e che dà un sapore più intenso, agrodolce a tutte le vicende. Insomma, un buon ritorno all’antico, con qualche sfumatura un po’discutibile, ma nel complesso un film godibile, che riesce a dare, sapendo far ridere, anche alcuni messaggi positivi sulla paternità e sull’unità familiare.
Scegliere un film 2020
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