Non dico altro

La massaggiatrice Eva incontra a una festa il bibliotecario Albert. Sono entrambi divorziati. Si piacciono, decidono di rivedersi e nasce tra loro una simpatia che sfocia in una relazione, in cui ognuno dei due entra con delicatezza nel cuore dell’altro. Negli stessi giorni, Julia conquista la stima e l’amicizia di Marianna, una poetessa sua cliente che, come lei, è divorziata, impegnata soprattutto come madre ma ancora ferita per il fallimento del proprio matrimonio. Eva continua ad amare Albert, ricambiata, ma qualcosa tra i due s’incrina, complice lo sguardo disilluso della nuova amica di Eva sulla vita e sull’amore. Possibile che la felicità sia tutta alle spalle?

Il film che sfida i generi tradizionali

Film indipendente a metà tra commedia e dramma, scritto e diretto da Nicole Holofcener, regista di alcune puntate di celebri serial (Sex and the City, Six Feet Under, Una mamma per amica) ma qui brava soprattutto come sceneggiatrice. Nonostante qualche lentezza nell’avvio, il film ingrana e si lascia seguire soprattutto per la sensibilità e l’acutezza con cui sono resi i personaggi e i rapporti tra di loro attraverso i dialoghi. È un film drammatico senza lacrime e una commedia senza risate: bisogna stare al gioco, accettando di partecipare alle vite delle “persone” dietro le maschere degli ottimi attori (per capirci, non è un film da serata con i popcorn ma da pomeriggio al cineclub). La brillante Julia Louis-Dreyfus, sconosciuta in Italia ma nota negli States almeno al pubblico televisivo (tanto Saturday Night Live; al cinema ha recitato in Hanna e le sue sorelle e Harry a pezzi di Woody Allen) duetta con grazia insieme a James Gandolfini (famoso per il ruolo di protagonista nella serie I Soprano ma anche caratterista hollywoodiano di gran pregio), deceduto improvvisamente nel giugno 2013 e qui alla sua penultima interpretazione. Un grandissimo che ci mancherà.

Il dilemma morale di una madre

È un film per un pubblico adulto, si sappia, perché si affrontano temi di un certo peso (rifarsi una vita dopo il divorzio; guardare all’altro, alla persona che ami, con il realismo che ti hanno dato le precedenti sconfitte) e perché almeno una linea narrativa depone a favore di una visione dell’amore schiava di alcuni cliché (così, per esempio, non dubitiamo neanche un istante che Eva, la protagonista, possa essere una madre migliore di quella di un’amica di sua figlia; però non possiamo non stare dalla parte dell’altra, della madre “cattiva”, quando rinfaccia a Eva di aver dato alla ragazzina il più sbagliato dei consigli sulla gestione di un flirt). Nonostante qualche lungaggine e questa nota stonata (peccato, in un film che altrimenti relaziona sull’amore in maniera originale e onesta), la storia catturerà un pubblico maturo disposto a riflettere con intelligenza non solo sul rapporto tra uomo e donna, ma anche su quella dinamica insana, ma purtroppo comunissima, per cui lo sguardo malevolo di qualcuno può condizionare e avvelenare il nostro giudizio su una persona.

La middle class americana attraverso l’obiettivo di Holofcener

L’autrice guarda con attenzione e umanità alle fragilità, ai bisogni e alle delusioni della middle class americana, senza fare sconti agli errori (andandoci giù pesante soprattutto con le esponenti del gentil sesso) ma senza quel cinismo tipico di tanti film sulla mezza età e sui fallimenti della vita. Giudicate con sincerità le debolezze umane, infatti, alla fine vincono comunque la speranza e il desiderio, riposto nel cuore di ognuno, di poter perdonare ed essere perdonati. Chi non vorrebbe avere (e in fin dei conti dare) una terza chance nella vita?

Scegliere un film 2014