SCEGLIERE UN FILM

Noi 4


TITOLO ORIGINALE: Noi 4
REGISTA: Francesco Bruni
SCENEGGIATORE: Francesco Bruni
PAESE: Italia
ANNO: 2014
DURATA: 90'
ATTORI: Ksenia Rappoport, Fabrizio Gifuni, Lucrezia Guidone, Francesco Bracci
SCENE SENSIBILI: cenni di turpiloquio, allusioni sessuali, accenni di nudo.
1 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 51 vote, average: 4,00 out of 5

Una giornata nella vita di Lara (Ksenia Rappoport), Ettore (Fabrizio Gifuni) e dei loro due figli, Emma, aspirante attrice poco più che ventenne, e Giacomo, che invece seguiamo proprio nel giorno degli esami orali di terza media. Lara ed Ettore sono separati ma la vita dei figli li tiene in qualche modo sempre uniti. Si comprende che si amano ancora, in qualche modo, nonostante le grandi differenze: Lara è una ingegnere, super-precisa e ansiosa, che vorrebbe controllare tutto, anche (e soprattutto) il figlio. Ettore è un artista (in concreto dovrebbe essere uno scenografo, ma rifiuta un lavoro per la televisione, che dovrebbe ridargli un po’ di euro per campare decentemente) infantile, squattrinato e compagnone. Emma, la figlia maggiore, s’invaghisce di un regista francese convenuto al teatro Valle occupato da “artisti” engagé, ma che la pianta in asso per ritornare in Francia dopo qualche momento di passione… Giacomo, il figlio piccolo, ha la sua ultima occasione per dichiararsi a una compagna di classe cinese, di cui si è teneramente invaghito… Tra telefonate e ritardi, incontri avvenuti e mancati, tutto converge verso una gita al lago, verso un momento di – temporanea? – unione e nostalgia di una felicità perduta, una felicità che avrebbe potuto essere e di cui si può forse sentire solo il profumo…

Il paradosso del cinema di Francesco Bruni

Un’annata particolarmente amara, quest’anno, per gli incassi del cinema italiano d’autore, e molto amara per questo film di Francesco Bruni, uno dei nostri migliori sceneggiatori (suoi quasi tutti i film di Virzì, quasi tutti i Montalbano televisivi, molti film di Calopresti e di Ficarra e Picone), che aveva esordito alla regia con l’apprezzato Scialla!. Il film ha avuto buone critiche e buoni commenti su internet ma si è fermato a meno di 400.000 euro di incassi, che è davvero poco.

Il motivo? Non facile a dirsi, perché la storia è interessante e scritta con l’abituale finezza dall’autore; le performance degli attori sono sicuramente all’altezza. Probabilmente ciò che ha fermato gli spettatori è una certa sensazione di staticità della storia. Bruni ci offre una “fotografia” di una famiglia in cui i genitori sono formalmente separati ma – come la storia mette molto bene in rilievo – due figli sono un legame che per la coppia rimane per sempre… Certo, però, che da un punto di vista narrativo nessuno dei protagonisti viene messo sotto una pressione tale che porti a un qualche cambiamento decisivo: quello che i teorici chiamano l’ “arco di trasformazione del personaggio” non si compie. Alla fine della storia poco è cambiato rispetto all’inizio e se – come insegnano gli americani – movie significa movement (non solo e non tanto “azione”, quanto “cambiamento” in almeno uno dei personaggi o nel mondo che li circonda), qui questo cambiamento decisivo non c’è, conferendo al film una sensazione di incompiutezza. In altre parole, qui si “muove” ben poco.

La fatica di coinvolgere

Forse non ha giovato neanche la immediata e non giustificata simpatia (che da una certa classe intellettuale romana è sempre data per ovvia) verso le azioni di Emma e degli occupanti del Teatro Valle, così come una serie di fisime un po’ troppo artistico-intellettuali del padre artistoide… Sono elementi che potrebbero aver fatto perdere simpatia e coinvolgimento, almeno presso una parte del pubblico (forse a partire addirittura dal trailer), per questi personaggi e per la storia in sé.

Che rimane comunque una riflessione interessante e fine sulle dinamiche di coppia, sull’illusione della felicità perfetta e sulla necessità di comprendere e accettare l’altro/a, su alcune fissazioni dei genitori odierni e sullo stress – una vecchia pubblicità di Carosello dei primi anni Settanta avrebbe detto “il logorio” – della vita moderna…

Scegliere un film 2014

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