Ex stuntman di grande talento, Colt Seavers (Ryan Gosling) ha visto sfumare la propria carriera a causa di un incidente che gli ha lasciato una ferita profonda, letteralmente e metaforicamente. Ora, per cercare di riscattarsi e, soprattutto, per riavvicinarsi alla regista Jody Moreno (Emily Blunt) di cui è ancora innamorato, accetta una missione impossibile: ritrovare un attore scomparso, salvare una produzione alla deriva e, forse, riconquistare il cuore della donna che non ha mai smesso di amare.
Nonostante la presenza di un Ryan Gosling sempre affascinante e un buon numero di sequenze d’azione, The Fall Guy manca il bersaglio. Tentativo di reboot della serie TV degli anni ‘80, il film parte da una premessa movimentata e avvincente che, sulla carta, avrebbe potuto portare in sala adrenalina e ironia a volontà. Tuttavia, finisce per disperdersi, incapace di costruire un vero coinvolgimento emotivo.
Il punto di forza della pellicola è senz’altro il carisma di Gosling, che affiancato da Emily Blunt crea un duo fresco e frizzante. Gosling in particolare dimostra qui una nuova versatilità, mettendo insieme le sue capacità di attore d’azione e di commedia. Se in film come The Gray Man ha mostrato il suo lato fisico più intenso, e in Crazy, Stupid, Love o The Nice Guys quello più leggero e ironico, The Fall Guy gli permette di unire i due generi in un personaggio che si muove con disinvoltura tra comicità e scene d’azione. Tuttavia, anche questo elemento non riesce a compensare una trama che, nel complesso, lascia insoddisfatti.
Sebbene articolata e ricca di colpi di scena, la trama finisce per diventare quasi una corsa a vuoto, e a tratti annoia. Cosa c’è che non va? Il problema principale sembrerebbe stare nella motivazione del protagonista: Colt si è lanciato in questa missione per riconquistare un amore e salvare un film, ma il progetto risulta forzato e persino un po’ ingenuo. Il problema è che la sua fiamma è ignara di quanto stia accadendo, provocando l’effetto involontario di un protagonista che si è soltanto messo nei pasticci da solo. In fondo, il suo obiettivo è un’illusione, una missione romantica che non viene mai veramente richiesta, e così la posta in gioco si abbassa.
A peggiorare il tutto è la confusione di generi. È un film d’azione? Una commedia romantica? Un thriller? The Fall Guy sembra voler essere tutto senza scegliere, e anzi a tratti se ne vanta, ma finisce per oscillare tra toni diversi senza mai risolversi; un po’ come un cuoco che metta insieme spezie rare, ma senza una vera ricetta: la commistione purtroppo ne sfuma l’identità.
La regia di David Leitch è riconoscibile per il suo approccio visivo spettacolare, già visto in film come John Wick e Deadpool 2, e ci regala momenti di grande impatto visivo, ma privi di sostanza narrativa. Le scene d’azione, pur ben curate, passano come un treno alla stazione, lasciandoci freddi, senza lo spessore emotivo che rende memorabili i grandi film d’azione.
The Fall Guy è una pellicola ben confezionata e piacevole a tratti, e come il suo protagonista ha sì tanto cuore, ma è un cuore confuso. Le intenzioni sono tante e buone, ma raggiunti i titoli di coda non hanno attecchito a fondo.
Alberto Bordin
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