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Finchè notte non ci separi


TITOLO ORIGINALE: Finchè notte non ci separi
REGISTA: Riccardo Antonaroli
SCENEGGIATORE: Roberto Campanelli, Giulia Martinez e Susanna Paratore
PAESE: Italia
ANNO: 2024
DURATA: 87'
ATTORI: Filippo Scicchitano, Pilar Fogliati, Lucia Ocone e Giorgio Tirabassi
SCENE SENSIBILI: linguaggio a tratti volgare
1 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 51 vote, average: 3,00 out of 5

Una giovane coppia si accinge a trascorrere la prima notte di nozze nella love suite di un lussuosissimo albergo nel centro di Roma. La scoperta di un misterioso regalo ricevuto dalla ex di lui (un assegno da trecento euro e un anello con la scritta Mon Amour) è il pretesto per l’inizio di un acceso alterco che porta i due fuori, per le strade di Roma, dove Eleonora e Valerio passeranno l’intera notte, in cerca di risposte ma soprattutto del loro amore…

Roma by night

La vita matrimoniale si sa, è una sfida non da poco, e questo film appunto, partendo da un paradossale incidente scatenante, sfida le leggi del buon senso e della ragione, tra immaturità e masochismo, per scendere nei meandri della psicologia di coppia e mettere in scena una riflessione a trecentosessanta gradi sul matrimonio ma anche sulla vita in generale.
Il regista infatti, al suo secondo lungometraggio dopo La Svolta, sembra condensare in una sola notte, quasi sublimandola, una storia d’amore lunga una vita. La fase iniziale dell’innamoramento si svolge nella favolosa suite d’albergo e dura poco più di un attimo, praticamente un soffio, prima che il sospetto e la rivalità che purtroppo talvolta insorgono anche nelle coppie più solide e mature, mandi all’aria le iniziali prospettive, decisamente più pacifiche e allettanti, per la nottata.
Parte da qui una serie di sfortunati eventi ma soprattutto di scelte sbagliate che portano i due giovani sposi ad affrontare questo viaggio fisico ma anche esistenziale, della memoria e della coscienza, tra antiche tentazioni e sogni mai realizzati, vecchie conoscenze e nuovi incontri.

L’amore non è bello se…

La struttura narrativa del film (che pare decisamente fedele alla versione originale israeliana di cui è remake, Honeymood, diretto da Talya Lavie) ha qualcosa di teatrale, perché la trama ha una forte unità di tempo (tutto avviene nell’arco di poche ore che intercorrono tra la fine dei festeggiamenti per il matrimonio e l’alba), di spazio (è lo scenario unico di una Roma notturna, sonnolenta, fatta di stretti vicoli bui ma anche maestosi palazzi e luminosi monumenti) e anche di azione (anche se a dire il vero ad un certo punto questa unità un po’ si perde, quando le strade dei due giovani sposini si dividono). Persino il finale, liberatorio, ricorda tanto le più classiche commedie degli equivoci che si risolvono tutti, quasi magicamente, in un’unica scena corale.
I dialoghi poi sono la grande colonna portante della sceneggiatura dove le cose vengono raccontate, più che con le azioni, attraverso le parole dei protagonisti che a poco a poco, quasi loro malgrado, si rivelano mettendosi a nudo, con tutti i loro difetti e le loro fragilità (ma anche la loro nobiltà).
La brevità del film ed il genere – è sicuramente una commedia anche se la ricerca dell’effetto comico, sia nelle battute che nelle situazioni, pare meno spinta rispetto alla versione originale – non lasciano spazio a chissà quale approfondimento del background e della psicologia dei protagonisti, e alla fine allo spettatore rimane soprattutto un retrogusto dolceamaro, che, se vogliamo, accarezza anche il luogo comune (richiamato anche dal sottotitolo della recensione) secondo il quale, come ben sappiamo, l’avventura matrimoniale è, nonostante tutto, una sfida che vale la pena di essere vissuta.

Gabriele Cheli

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